Trafficanti: recensione in anteprima
Storia vera di due giovani ed improvvisati trafficanti d’armi per corrispondenza. In Trafficanti Todd Phillips rivede al ribasso la sua verve, senza però esplorare con maggiore incisività il materiale a disposizione
David Packouz (Miles Teller) quando guarda i soldati americani non viene travolto da alcun impeto patriottico, né pensa a quei ragazzi sacrificati per l’ennesima guerra; no, lui vede i diciassettemila dollari che costa l’equipaggiamento, tra vestiario, utensili e armi. Abbandonata dopo un semestre l’università, David si getta nel non troppo redditizio quantunque sicuro giro dei massaggiatori: ricchi anziani che non vedono l’ora di farsi oliare da un giovanotto e che alla prima occasione gettano via l’asciugamano che copre le loro vergogne. Finché il ragazzo non incontra un suo vecchio amico d’infanzia, Efraim Diveroli (Jonah Hill), che gli offre un lavoro come si deve: i due diventano dei trafficanti d’armi.
War Dogs (titolo originale semplificato ai limiti della mortificazione nella nostra lingua) è tratto da una storia realmente accaduta, che mise sotto scacco il governo americano per la gestione degli appalti quanto ai fornitori d’armi dell’esercito. Va detto che il Todd Phillips di Trafficanti è altro rispetto ai suoi progetti più recenti, specie, per forza di cose, Una notte da leoni. Stavolta la vicenda richiedeva un taglio più serioso, di gran lunga meno spensierato rispetto al tenore al quale Phillips ci aveva abituato. Purtroppo alla fine del film permane un senso di sproporzione tra la portata della storia e la sua messa in atto, nel senso che Phillips purtroppo non riesce a restituire la complessità dei meccanismi che mostra.
L’approssimazione con cui vengono infatti gestite le commesse è allarmante prima ancora che deprimente: Efraim ad un certo punto ne illustra il funzionamento, e così avviene ogni qualvolta si fa cenno a questo circolo stranamente così banale, a cui praticamente chiunque può far parte per lo meno in relazione ai contratti più modesti, quelli che le grosse compagnie nemmeno guardano. Appunto però, per restare in ambito, niente montaggio serrato, nessuna soluzione particolare che vada oltre la mera illustrazione verbale. Il personaggio forte, per così dire, è quello di Hill, un simpatico mascalzone senza scrupoli che viene però ridimensionato da un doppiaggio tendente alla parodia, laddove già nel trailer si capisce che in originale renda di più, specie in considerazione dell’idea di Phillips, che non è quella di girare una commedia tout court (sotto questo aspetto, per dire, Whiskey Tango Foxtrot, che è un film sulla falsa riga, concede di più).
Si tratta per lo più di dosaggio. Perché sì, è vero che Trafficanti risulti divertente in maniera contenuta, ma in compenso non si assiste a cadute ed eccessi che da un lato rientrano nella cifra del recente Phillips, dall’altro poco hanno a che spartire in questo contesto. Tuttavia, per essere una storia vera, non riesce a generare quel sano scandalo che una pagina del genere solitamente suscita. Peccato perché in fin dei conti si parla dei «nuovi ricchi», quelli che hanno fatto i soldi, soldi veri, grazie alla rete. Dove prendono infatti le informazioni sui contratti disponibili David ed Efraim? Su Internet, un sito che chiunque a quanto pare poteva consultare. Era questa una traccia che, mediante la chiave del thriller stilizzato magari, poteva essere approfondita: in uno dei passaggi chiave viene sottolineato che loro, i due acerbi trafficanti, le armi non le vedono nemmeno, la loro cultura si basa su specifiche tecniche reperite per la rete, per il resto non sanno come funzionano, figuriamoci se sanno usarle.
Signori della guerra per corrispondenza insomma, per lo più improvvisati, che appena il gioco si fa serio soccombono sotto il peso del castello di carte che hanno inconsapevolmente costruito. Non senza averci tirato su molti quattrini prima, va da sé. Si tratta però di un risvolto che viene accantonato, lasciato tutt’al più aleggiare senza però che abbia la possibilità di emergere in alcun modo. Pochino per il materiale che si aveva tra le mani e che, nemmeno troppo tra le pieghe, porta con sé un potenziale notevole. Non è tutto da buttare però, e l’amarezza riguarda più ciò che Trafficanti poteva essere e non è stato piuttosto che ad una resa nient’affatto convincente. Troppo convenzionale e “strutturato” per restarci in testa, nondimeno un discreto esempio d’intrattenimento su fatti realmente accaduti; quella realtà che è più grottesca di qualunque finzione si possa sperimentare.
[rating title=”Voto di Antonio” value=”5.5″ layout=”left”]
Trafficanti (War Dogs, USA, 2016) di Todd Phillips. Con Jonah Hill, Miles Teller, Ana de Armas, Kevin Pollak, Bradley Cooper, Barry Livingston, Shaun Toub, JB Blanc, Ashley Spillers, Barbra Roylance, Brenda Koo, Ashli Haynes, Roman Mitichyan, Mehdi Merali, Julian Sergi, Jasmine Golden e Lucas Di Medio.