Transcendence: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Leggiamo insieme le recensioni Americane e Italiane di “Transcendence”, opera prima di Wally Pfister, ex direttore della fotografia
Nonostante la mia predilezione per Johnny Depp, non ho ancora visto il suo ultimo lavoro, Transcendence. E devo dire che sia la nostra recensione, sia i commenti dei critici Americani e Italiani non aiutano la mia scelta di andare al cinema. Che poi lo vedrò, è logico. Ma è ancora un passo falso nella carriera di Depp, e mi dispiace. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto? Leggiamo queste recensioni, su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è solo del 19%.
Il film, opera prima di Wally Pfister (ex direttore della fotografia dei film di Christopher Nolan), vede nel cast Johnny Depp, Paul Bettany, Rebecca Hall, Kate Mara, Cillian Murphy, Clifton Collins Jr., Morgan Freeman. Ecco qualche curiosità sulla pellicola.
Peter Hartlaub – San Francisco Chronicle: il film sembra un film di Christopher Nolan attaccato da malware. Voto: 2/4
Tom Long – Detroit News: La questione se siamo troppo legati alla tecnologia e quando si rivelerà la nostra rovina è senza dubbio importante e probabilmente un po’ pressante. Merita sicuramente un film migliore di “Transcendence”. Voto: C-
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: Presto i mondi della tecnologia e dell’umanità si scontrano: super-intelligenza, super-ecosistemi, super-confusione! Voto: 2.5 / 4
Richard Roeper – Richard Roeper.com: Audace, saldamente radicato nel potenziale della tecnologia di oggi. Voto: 4/5
James Berardinelli – ReelViews: Purtroppo, ci vuole più di qualche grande concetto per fare un film e la mancanza di tessuto connettivo cinematografico è evidente in questo film: poco concentrato, serpeggiante e deludente. Voto: 2/4
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Nella sua prima, e probabilmente ultima uscita come regista, il direttore della fotografia Wally Pfister fornisce un confuso, deprimente e pseudo-cerebrale non thriller. Voto: 1/4
Rafer Guzman – Newsday: Trascina la fantascienza all’epoca della guerra fredda, se non l’età della pietra. Voto: 0.5 / 4
Richard Roeper – Chicago Sun-Times: saldamente radicato nel potenziale della tecnologia di oggi. Voto: 4/4
Michael O’Sullivan – Washington Post: Il vero problema di “Transcendence” è che semplicemente non è poi così spaventoso, almeno non nel modo in cui vuole essere. Voto: 1.5 / 4
Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: “Transcendence” è un film ambizioso, ma alla fine c’è troppo “artificiale” e non abbastanza “intelligenza”. Voto: 2/4
Michael Phillips – Chicago Tribune: Dopo un inizio intrigante, “Transcendence” offre all’incirca lo stesso livello di eccitazione dell’ascoltare la musica durante una chiamata al supporto tecnico. Voto: 2/4
Soren Anderson – Seattle Times: un sacco di idee interessanti, ma lo fa in modo non originale. Voto: 2/4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Il film di Wally Pfister prova a fare grandi domande, ma non è abbastanza intelligente per rispondere. Voto: 2.5 / 5
Lou Lumenick – New York Post: Non è una premessa orribile per un film, ma l’esecuzione è estremamente banale e sciatta. Voto: 1/4
Rex Reed – New York Observer: Che diavolo è questo? Voto: 1/4
Jake Coyle – Associated Press: “Transcendence” è goffo e senza vita. Voto: 2/4
Alonso Duralde – The Wrap: Un elegante, intelligente techno thriller ricco di spunti interessanti, fino a quando smette di essere una di queste cose.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) il film si strangola nelle sue confuse ambizioni: thriller, spionaggio etc. Ma soprattutto molesta è la confezione romantica con le goccioline rugiadose che dall’inizio mettono in allarme.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Se nell’incantevole commedia di Spike Jonze, la Lei Scarlett Johansson è pura virtualità, il «lui» di Transcendence – esordio nella regia del direttore di fotografia Wally Pfister, collaboratore di Nolan – è all’inizio un uomo in carne e ossa (…) Raccontata in flashback dallo scienziato Paul Bettany, la storia avrebbe un potenziale che il maldestro copione sfrutta. La dialettica morale promessa dal titolo rimane vaga e i personaggi sono privi di consistenza. Ne fa le spese persino un divo come Depp, qui stranamente inerte, scollegato.
Fabio Ferzetti – Il Messaggero: Dirige il direttore della fotografia di Cristopher Nolan, Rigore e fantasia non abbondano. Ma soprattutto è la sceneggiatura a fare acqua.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Cosa accadrebbe se uno scienziato riuscisse a ideare una intelligenza artificiale in grado di combinare il sapere universale con la coscienza e le emozioni umane? (…) Tema da dibattito, abbinato a un discreto Thriller.
Paolo D’Agostini – la Repubblica: (…) Apprezzabile l’intenzione di rifiutare il manicheismo “buoni di qua e cattivi di là”, ma il risultato finisce per essere solo di confusione e, di conseguenza, di mancanza di mordente e di pathos. Per approdare, paradossalmente rispetto alle premesse, a una soluzione banale (che ovviamente non diremo).
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