Trieste Science+Fiction 2014: trionfano Time Lapse e l’Italia con Index Zero – Tutti i premi e le considerazioni finali
Trieste Science+Fiction 2014: la vitalità del cinema indie Usa, il ritorno della fantascienza nostrana, super-ospiti. E una presenza imponente di pubblico, un programma con molti titoli notevoli e tanto divertimento. Tutti i premi e i voti ai film di questa edizione vincente.
Pensiero numero 1: questa è stata l’edizione migliore del Trieste Science+Fiction. Lo è stata innanzitutto a livello di presenze, visto che mai si erano raggiunti i numeri e i sold out di questa annata. Sale prese letteralmente d’assalto, anche nelle proiezioni pomeridiane, indicano che si tratta di una rassegna centrale nell’anima culturale della città.
Ma è anche segno che il Science+Fiction è perennemente in crescita. Il fatto che poi sarà Trieste nel 2015 ad ospitare il Méliès d’Oro, e non Sitges, la dice lunga. Allora si deve continuare a premere il piede sull’acceleratore: vale la pena davvero rendere Trieste la capitale europea della fantascienza, vista la base che è stata creata in questi anni (nonostante tagli alle risorse che potevano sgretolare tutto).
Il programma è stato forse davvero il migliore delle ultime edizioni, con almeno 4 o 5 film davvero notevolissimi. Poi ci sono stati gli ospiti: se la presenza di Sasha Grey (qui il nostro incontro con l’attrice) ha strategicamente puntato i fari su tutta la rassegna, la giornata dedicata a Alejandro Jodorowsky ha attirato tanta attenzione quanto la presenza della star di Open Windows. Mica male.
Pensiero numero 2: la produzione indie statunitense sta messa benissimo. Coherence, Honeymoon e Time Lapse, tutti non a caso premiati, confermano una vitalità straordinaria. Pochi soldi, molte idee e tanto talento da parte di registi giovani, che osano e sanno sfruttare le risorse a loro disposizione. Il filo rosso che lega i tre film? Che siano tutti praticamente ambientati in una casa: ma sono tre film molto diversi l’uno dall’altro. E sono tutti belli.
Pensiero numero 3: la fantascienza in generale è viva, e le sfide di genere non mancano. Anche in Italia. Un film come Index Zero altrove non sarebbe una grande sfida produttiva, ma in Italia lo è. C’è quindi da fare un bell’applauso a Lorenzo Sportiello, vincitore tra l’altro del Méliès d’Argento per il miglior film europeo. Il suo film non sarà nulla di nuovo sotto il sole, ma può competere con altre produzioni low-budget internazionali, come confermano le recensioni di Variety o dell’Hollywood Reporter.
Per il resto il Science+Fiction si conferma ancora una volta un festival dove regna il divertimento. Un festival dove grazie alla sua tematica principale è possibile accostare de la Iglesia a German, il film vietnamita “da festival” al film per famiglie. E dove il pubblico, a suon di “raggi fotonici!!”, è l’anima pulsante che traina il carro. Siamo convinti che il 2015 sorpasserà anche questa edizione, e non vediamo l’ora di esserci per testimoniarlo.
Tutti i premi
Premio Asteroide (miglior film internazionale): TIME LAPSE di Bradley King
Nella tradizione di questo festival, la giuria ha scelto di premiare un vero e proprio film di fantascienza dalla tematica molto importante. La sceneggiatura è molto forte, intelligente e ricca di suspence, e il film è un ottimo esempio di cosa si riesca a fare con un piccolo budget, pochi mezzi ma un’intelligente sceneggiatura nelle mani di un buon regista.
Premio Asteroide – Menzione Speciale: HONEYMOON di Leigh Janiak
Per il suo originale mix di fantascienza e horror. La giuria è rimasta molto colpita dalla qualità artistica di questo film, opera prima di una giovanissima regista.
Méliès d’Argent (miglior film europeo): INDEX ZERO di Lorenzo Sportiello
La giuria sceglie di attribuire il Méliès d’argent 2014 a un’opera prima a basso costo che intercetta, proiettandolo in un futuro molto prossimo, uno scenario economico e sociale che appartiene alla contemporaneità. Si segnala inoltre la scelta, in controtendenza rispetto ad altri pur pregevoli titoli della sezione destinati a una sicura visibilità, di recuperare tempi narrativi dilatati in aperto contrasto con la frenetica contrazione dei ritmi imposta dal consumo e dal mercato.
Méliès d’Argent (miglior corto europeo, premio assegnato dal pubblico): THE NOSTALGIST di Giacomo Cimini
Premio Nocturno – Nuove Visioni: HONEYMOON di Leigh Janiak
Premio del Pubblico: EARTH TO ECHO di Dave Green
Premio Wonderland di Rai4: COHERENCE di James Ward Bykrit
Un film di fantascienza adulta che unisce, sullo sfondo del passaggio di una cometa, un’ispirazione bergmaniana con l’ultima frontiera delle leggi della fisica, aprendo una finestra sul mondo della meccanica quantistica. L’autore, alla sua opera prima, riesce – anche grazie ad un gruppo di straordinari attori – nella difficile impresa di fondere la novità di una tematica alta e un risultato pienamente godibile e avvincente.
Tutti i voti ai film
2030 [Nuoc] – Nghiem-Minh Nguyen-Vo
Il mondo è stato praticamente sommerso dall’acqua. Una donna deve far luce sulla morte del marito: sospetta dell’ex amante, oggi a capo di una multinazionale di piantagioni, diventate bene di lusso. Film vietnamita con tanta acqua, qualche pianta, e un po’ di moscerìa di troppo.
Voto: 4
Las brujas de Zugarramurdi [Le streghe son tornate] – Álex de la Iglesia
Un gruppo di uomini fa una rapina e prova a fuggire in Francia: ma prima del confine capitano a Zugarramurdi, patria spagnola delle streghe. De la Iglesia diverte sempre chi lo segue sempre e comunque come il sottoscritto. Però non succede nulla se dico che non mi capacito molto dell’accoglienza così straordinaria di questo film rispetto ad altri suoi lavori (Ballata dell’odio e dell’amore in primis), no?
Voto: 6
Coherence – James Ward Byrkit
Premio Wonderland
Una cena fra amici, il passaggio di una cometa, alcuni avvenimenti che mettono in dubbio l’identità di tutti. Signore e signori, il nuovo Primer: con una idea sci-fi semplice ma abbastanza robusta per reggere il tutto, due dollari in croce, una sola ambientazione, ottima improvvisazione, e molta paranoia. Bellissimo.
Voto: 8
La Danza de la Realidad [La danza della realtà] – Alejandro Jodorowsky
Jodorowsky racconta la sua infanzia e la storia della sua famiglia come un ricordo di un bambino rielaborato anni dopo da una mente adulta. Il suo primo film dopo 23 anni di assenza dalla regia è ancora un’esperienza folle, delirante, unica. Una fantasmagoria sul suo passato, sulla storia del suo paese, sulla vita, sulla famiglia e sull’arte che è una montagna russa.
Voto: 8
Earth to Echo – Dave Green
Premio del pubblico
Tre amichetti che hanno sempre vissuto assieme nella stessa cittadina dovranno trasferirsi in città diverse a causa di un’autostrada che verrà costruita e smantellerà ogni casa. Passeranno la loro ultima notte assieme nel deserto, dove troveranno un piccolo robot che vuole tornare a casa. Avete detto Super 8? O Stand by Me che incontra E.T.? Avete ragione: questo è un film del tutto derivativo. E molto furbo: è girato come un found footage “riordinato” da una regia. Però ha cuore.
Voto: 6
Extraterrestrial – Colin Minihan
April se ne va con il ragazzo e altri tre amici nella casa di campagna dove passava le vacanze da piccola con la famiglia. Ma ci pensa un UFO che si schianta sulla Terra, con conseguente invasione di alieni, a rovinare la festa. Il pianosequenza finale è la cosa migliore di un film che è puro, purissimo déjà vu. Firmato dai Vicious Brothers sotto pseudonimo: bisognerebbe chiedere loro alcune cosette su un paio di scelte (persino sonore!) che definire strambe è dir poco.
Voto: 4
Hard to Be a God – Aleksei German
Sì, c’è una trama in questo film a cui German ha lavorato per 13 anni, prima di morire l’anno scorso. Ci sono degli scienziati, c’è un pianeta che vive il suo Medio Evo. In mezzo c’è un film di quasi tre ore che pare davvero uscito da un altro pianeta. O da un’altra epoca: roba che si sarebbe fatta negli anni 50 o 60, e che oggi commuove. Faticosissimo, di un fascino eterno, da vedere e vivere solo ed esclusivamente su uno schermo gigantesco. Si esce con addosso la puzza del fango. Per spettatori preparati.
Voto: 10
Honeymoon – Leigh Janiak
Premio Nocturno + Menzione Speciale (Premio Asteroide)
Lui e lei si sono appena sposati e passano la loro luna di miele nel ridente cottage sul lago della famiglia di lei. Tutto è idilliaco, finché lei non inizia a comportarsi in modo strano. Un’opera prima indie diretta da una regista giovanissima (ha appena 23 anni), con due attori straordinari (Harry Treadaway e Rose Leslie). Va piano, può anche irritare, poi fa venire la pelle d’oca. Acerba, coraggiosa, e con inaspettato finale di genere. Notevole.
Voto: 7
Index Zero – Lorenzo Sportiello
Méliès d’Argento
Una coppia con lei incinta tenta di entrare negli Stati Uniti d’Europa illegalmente: ma non sarà così facile, anche perché devono scontrarsi con una legge che inquadra e seleziona le persone secondo la loro “sostenibilità”… Sportiello non fa nulla di nuovo, diciamolo. Ma il suo esordio, oltre a riportare la fantascianza in Italia, può benissimo gareggiare con le produzioni low budget internazionali. Ed ha un paio di scene (i cunicoli!) davvero riuscitissime.
Voto: 7
Is the Man Who Is Tall Happy? – Michel Gondry
Gondry incontra il linguista e filosofo Noam Chomsky per discutere delle sue teorie. Mentre i due parlano, sullo schermo vediamo animazioni che rendono più fruibili i suoi pensieri. Di base è la cosa meno cinematografica al mondo. Nel risultato invece a sorpresa si tratta di qualcosa di rilassato e intimo, e mai meno che interessante.
Voto: 7
Jodorowsky’s Dune – Frank Pavich
La pazzesca storia di uno dei film più belli e importanti della Storia mai girati: il Dune di Jodorowsky. Pavich firma uno dei documentari più entusiasmanti degli ultimi anni. Non solo perché la storia che racconta è già clamorosa di per sé (che cast tecnico e artistico aveva raggruppato attorno a sé il regista?), ma anche perché è coinvolgente, incalzante e a tratti anche da lacrime. Con alcuni segmenti che rielaborano le idee visive ideate per il film e che lasciano assaporare quello che Dune poteva essere e non sarà mai più.
Voto: 9
The Last Days on Mars – Ruairi Robinson
Ultimo giorno sul pianeta rosso per un gruppo di scienziati prima di tornare sulla Terra. Infetti su Marte! C’è così poco di nuovo, nulla di stimolante, e persino poca atmosfera, che non c’è di conseguenza nient’altro da dire su quest’opera prima di un regista promettente che però qui fa copia e incolla. Noioso.
Voto: 4
Nymph [Mamula] – Milan Todorovi?
Gruppo di amici in un’isola del Montenegro per una vacanza: in giro ci sono però un assassino e una sirena cattiva. Davvero: com’è che si dice “imbarazzo” in serbo? Si salvano solo le location. C’è Franco Nero che è sempre spaesato. “Sirenus copuli”, “Che significa?” “È greco” (che fail)… Non funziona manco come prodotto cafone.
Voto: 2
Open Windows – Nacho Vigalondo
Qui la recensione.
Voto: 7
Predestination – Michael e Peter Spierig
Qui la recensione.
Voto: 8
Reality – Quentin Dupieux
C’è un cameraman che vuole girare finalmente il suo primo film, un horror con onde tv assassine. C’è un produttore disposto a finanziarglielo, ma a patto che trovi l'”urlo perfetto”. Poi c’è una bimba che trova una vhs fra le frattaglie di un cinghiale. Torna il folle Dupieux, che dopo la delusione di Wrong Cops si riprende alla grande. La sua matrioska di sogni nei sogni non solo funziona e diverte i fan, ma riesce a incutere anche una certa paranoia: come quando fai una serie infinita e continua di sogni, sai che stai dormendo ma non puoi svegliarti.
Voto: 8
Robot Overlords – Jon Wright
La guerra contro i robot è durata 11 giorni: ora comandano sulla Terra e costringono gli umani a restare chiusi in casa. Ma un gruppo di ragazzini non ci sta. Primo capitolo di una trilogia sci-fi. Dirige il regista del divertente Grabbers, che però alle prese con il robot movie per famiglie deve fare più di un compromesso, per forza di cose. Poteva invece essere un bel mix fra la sua vena “alcolica” ed energica e il cinema para-hollywoodiano. Onesto, ma la seconda parte non regge come la prima.
Voto: 5
These Final Hours – Zak Hilditch
Una catastrofe sta colpendo ogni zona della Terra: è l’Apocalisse, è davvero la fine del mondo. Tra 12 ore colpirà anche il posto dove vive James, che si ritroverà a vivere delle ultime ore come non avrebbe mai pensato. Certo che fra questo e The Rover l’Australia ha proprio speranza nel mondo, eh… Detto ciò, il film è duro e cinico, ma non riesce quasi mai a crearsi una sua identità. Troppi i passaggi e le trovate già visti altrove: e forse anche per questo non colpisce e avvince davvero mai.
Voto: 5
The Texas Chainsaw Massacre [Non aprite quella porta] (Versione 4K) – Tobe Hooper
Qui la recensione.
Voto: 10
Time Lapse – Bradley King
Premio Asteroide
Tre coinquilini scoprono che il signore che vive di fronte a loro ha inventato una macchina per scattare foto… del futuro! Decidono di usare quest’occasione e provare a “sfruttare” il futuro che verranno a conoscere a loro piacimento. Inizia come un teen movie un po’ alla Rodriguez o alla Dante: poi si fa sempre più nero. E persino sanguinoso. Un bel loop sci-fi che acchiappa e convince. Fossi ragazzino sarebbe uno dei miei cult assoluti, e anche oggi mi diverte molto.
Voto: 7