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Turbo: Recensione in Anteprima

Prima Le 5 Leggende, poi I Croods ed ora Turbo. Terzo lungometraggio animato inedito di fila per la Dreamworks Animation

pubblicato 1 Agosto 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:26

Immeritatamente deluso con Le 5 Leggende, e meritatamente fatto cassa con I Croods, la Dreamworks Animation ha partorito il terzo titolo inedito di fila di questi ultimi 12 mesi, provando a replicare il boom dei simpatici ‘primitivi’ diretti da Kirk De Micco e Chris Sanders. Peccato che la pellicola di David Soren sia andato incontro ad un’inattesa ‘batosta’ al box office Usa, anche perché terzo lungometraggio animato nel giro di un mese, dopo i 255 milioni di Monsters University e soprattutto i 306 di Cattivissimo Me 2. 11 anni dopo Spirit, numeri alla mano, un film Dreamworks finirà per non abbattere la soglia dei 100 milioni casalinghi. Un brusco stop per lo studios, che nella velocissima lumachina ci aveva investito 135 milioni di dollari solo di budget. Tanti, troppi, per un progetto sbagliato in partenza. Perché dopo il doppio capitolo Cars made in Pixar, che senso aveva dar vita ad un nuovo cartoon ‘automobilistico’?

Probabilmente nessuno, se non in prospettiva ipotetico ‘merchandising’, voce che ha letteralmente arricchito la concorrenza. A pesare sull’esperimento Turbo, tecnicamente ancora una volta sublime, perché la qualità animata di casa Dreamworks non ha davvero più nulla da invidiare a nessuno, lo script, e l’ossatura stessa della trama. Infantile, smaccatamente infantile, per la prima volta nella storia recente della major. Ciò che ha sempre contraddistinto la casa che ha dato vita a Shrek, infatti, è stato quello strizzare perennemente l’occhio ad un pubblico più adulto, tra citazioni pop, sottotesti sempre più Pixar nella loro introspezione e continui riferimenti cinematografici. Film facilmente vendibili tanto ai più grandi quanto ai più piccoli, tanto dall’incassare complessivamente più dollari della concorrenza, inondata di Oscar e recensioni entusiastiche ma meno redditizia in sala.

Con Turbo, è palese, la Dreamworks ha provato una strada alternativa, più infantile e meno convincente, anche perché tratteggiata con eccessiva leggerezza. Protagonista del film una lumaca che ha la ‘velocità’ nel sangue, tanto da sognare, un giorno, di diventare pilota di Formula Uno. Peccato che Madre Natura le abbia dato altre caratteristiche, fino a quando uno ‘strano incidente’ non finirà per tramutarla in una macchina da corsa vivente. E allora sì, che quell’impensabile desiderio, potrà davvero diventare realtà…

Storia assurda, è evidente, condita da tanti personaggi poco caratterizzati e facilmente classificabili, facendo la conta dei troppi luoghi comuni animati degli ultimi anni seminati in 100 minuti. Ciò che infastidisce in Turbo è infatti la perenne sensazione di ‘già visto’, tra A Bug’s Life, Cars e persino il recente Monsters University, dove la Pixar in una singola scena sembra quasi sfottere la ‘rivale’, attraverso una paffuta lumaca che finirà per fare tardi alla prima lezione universitaria della propria vita, perché troppo lenta. Facendo fatica a carburare, Turbo si trascina stancamente fino al pirotecnico finale, ovviamente esaltante e ben realizzato, grazie ad una serie di riuscite corse in soggettiva rese ancor più sorprendenti da una terza dimensione notevole, e decisamente utile all’evolversi della storia.

Persino la sottotrama, che pone il suo accento sull’amicizia tra Turbo, i suoi vecchi ‘compagni’ di vita e i nuovi folli amici da corsa, e sul rapporto combattuto con il fratello bacchettone, finisce per non coinvolgere e non convincere, perché platealmente accennata, tra un frizzante movimento della macchina da presa e l’altro. Difetti che finiranno per passare totalmente inosservati ai più piccoli, quasi sicuramente esaltati dalle gag ‘facili’ e dall’azione che soprattutto nel finale prenderà il sopravvento, ma che lasciano l’amaro in bocca nei confronti della ‘crescita’ Dreamworks, in questi ultimi anni sempre più palese ed ostentata.

Fino all’arrivo di Turbo, giocattolone simpatico ma privo di mordente, tecnicamente alto ma concettualmente ‘povero’, tanto da correre all’impazzata per coprire quelle sfacciate mancanze di sceneggiatura, più che lenta come una lumaca semplicemente ferma ad una generazione animata fa. Inspiegabilmente.

Voto di Federico: 5.5
Voto di Gabriele: 5

Turbo (Usa, Animazione, 2013) di David Soren; con Ryan Reynolds, Samuel L. Jackson, Paul Giamatti, Michelle Rodriguez, Maya Rudolph, Ken Jeong, Richard Jenkins, Kurtwood Smith, Luis Guzmán, Michael Peña, Ben Schwartz, Bill Hader, Snoop Dogg – uscita lunedì 19 agosto 201 qui il trailer italiano

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