Stasera in tv: “Tutti lo sanno” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “Tutti lo sanno”, dramma del 2018 diretto da Asghar Farhādi e interpretato da Penélope Cruz. Javier Bardem e Ricardo Darín.
Cast e personaggi
Penélope Cruz: Laura
Javier Bardem: Paco
Bárbara Lennie: Bea
Ricardo Darín: Alejandro
Carla Campra: Irene
Eduard Fernández: Fernando
Elvira Mínguez: Mariana
Inma Cuesta: Ana
Sara Sálamo: Rocio
Roger Casamajor: Joan
Ramón Barea: Antonio
José Ángel Egido: Jorge
Paco Pastor Gómez: Gabriel
Jaime Lorente: Luis
Sergio Castellanos: Felipe
Vicente Vergara: Vicente
Chema Adeva: Andres
Doppiatori italiani
Chiara Colizzi: Laura
Roberto Pedicini: Paco
Eleonora De Angelis: Bea
Paolo Marchese: Alejandro
Emanuela Ionica: Irene
Franco Mannella: Fernando
Laura Romano: Mariana
Domitilla D’Amico: Ana
Valentina Favazza: Rocio
Edoardo Stoppacciaro: Joan
Franco Zucca: Antonio
Marco Mete: Jorge
Gianfranco Miranda: Gabriel
Davide Perino: Luis
Alex Polidori: Felipe
Roberto Fidecaro: Vicente
Luca Biagini: Andres
Trama e recensione
In occasione del matrimonio della sorella, Laura (Penélope Cruz) torna con i figli nel proprio paese natale, nel cuore di un vigneto spagnolo. Ma alcuni avvenimenti inaspettati turberanno il suo soggiorno facendo riaffiorare un passato rimasto troppo a lungo sepolto. Il regista iraniano Asghar Farhādi dirige un thriller psicologico dove niente è come appare e dove bugie e rancori si celano anche laddove può sembrare di essere al sicuro.
Curiosità
- Il regista iraniano Asghar Farhādi ha vinto due volte l’Oscar al miglior film straniero, con Una separazione nel 2012 e Il cliente nel 2017.
- Il film è stato girato a Torrelaguna, una cittadina a nord di Madrid.
- “Tutti lo sanno” è il secondo film in lingua spagnola ad aprire il Festival di Cannes, dopo La mala educación di Pedro Almodóvar (2004). È anche uno dei pochi film di apertura nella storia di Cannes non girato in lingua inglese o francese.
- Farhadi ha ritardato la produzione di “Tutti lo sanno” per tornare in Iran e girare “Il cliente”.
- Il film non è mai uscito nelle sale del paese natale di Farhadi, l’Iran.
- Javier Bardem e Penelope Cruz sono sposati dal 2010.
- “Tutti lo sanno” è il secondo film di Asghar Farhadi ad essere girato al di fuori dell’Iran, prima è stato il candidato alla Palma d’oro e al Golden Globe per il miglior film in lingua straniera Il passato (2013).
- “Tutti lo sanno” è il primo film di Asghar Farhadi ad aprire il festival di Cannes.
- Questa segna la quinta collaborazione tra i coniugi Penélope Cruz e Javier Bardem dopo “Jamón, jamón” (1992), “Vicky Cristina Barcelona” (2008), “The counselor” (2013) e “Loving Pablo” (2017).
- “Tutti lo sanno” è l’ottavo lungometraggio di Asghar Farhadi.
- Nelle inquadrature iniziali dei ritagli di giornale, c’è un’inquadratura nitida del toro nero spagnolo – che gioca un ruolo importante nella prima collaborazione Cruz-Bardem in Prosciutto prosciutto (1992).
- Il film è la terza collaborazione tra Farhadi e il produttore Mallet-Guy dopo “Il cliente” e “Il passato”, che Memento Films ha prodotto e distribuito in Francia.
Intervista a cast e regista
Il regista Asghar Farhadi racconta la genesi del film.
Quindici anni fa, sono stato nel sud della Spagna. Durante questo viaggio, in una città ho visto diverse foto di un bambino affisse ai muri. Quando ho chiesto chi fosse, ho saputo che era un bambino scomparso e che la sua famiglia lo stava cercando: lì è nata la prima idea del film. Quella storia mi è rimasta sempre impressa e quando ho finito di girare Il passato ne ho tratto un piccolo racconto. Ci ho messo quattro anni, poi, a svilupparlo e a trasformarlo in una sceneggiatura. Ma in realtà il progetto è nato all’epoca di quel viaggio in Spagna. Ad attrarmi sono state soprattutto due cose: il paesaggio e la cultura locale, e il fatto di cronaca al centro della storia. Da allora ho continuato a pensare alla Spagna.
Farhadi racconta come ha scelto Penélope Cruz e Javier Bardem per i ruoli principali.
Quando ero in Francia per girare Il passato, una delle candidate per il ruolo della protagonista era Penélope, che purtroppo in quel momento era già impegnata… O meglio, aveva appena partorito. Così, non abbiamo potuto lavorare insieme, ma siamo diventati amici. Ho parlato di questo progetto prima con lei e poi con Javier, quando l’ho incontrato a Los Angeles. Nei quattro anni successivi siamo rimasti in contatto e hanno seguito gli sviluppi del progetto. Ma dopo Il passato ho deciso di tornare in Iran e di girare un altro film, e questo ha rimandato il nostro progetto di altri due anni. Non ci siamo mai persi di vista, però. Al di là delle loro interpretazioni, questi due attori hanno contribuito in modo determinante alla realizzazione del film. In tutti questi anni hanno sempre risposto con grande generosità alle mie domande su qualsiasi argomento potesse riguardare il progetto. Oltre ad essere due attori straordinari, sono anche persone di grande umanità, e il rapporto che c’è tra noi va oltre la collaborazione professionale.
Penelope Cruz racconta come ha incontrato il regista Asghar Farhadi.
Mi piacevano molto i film di Asghar, soprattutto Una separazione, che secondo me è un capolavoro. Asghar mi ha chiamato e mi ha detto che aveva voglia di girare un film in Spagna e che pensiero a me per un ruolo. La telefonata di quest’uomo è stata una delle sorprese più belle che abbia ricevuto in tutta la mia carriera. Lo ammiro moltissimo, è uno dei più grandi registi viventi. È un buono, brillante, con una sensibilità uomo fuori dal comune.
Cruz racconta come gli è stato proposto il film da Asghar Farhadi.
Asghar mi ha parlato di questo progetto circa cinque anni fa, anche se da allora la storia è molto cambiata. Ma da quando io e Javier abbiamo accettato di fare il film, Asghar ci ha sempre tenuto al corrente dei suoi sviluppi, passo dopo passo. La cosa più interessante, comunque, era quello che gli interessava raccontare attraverso questa storia. In un certo senso, la famiglia del film è una sorta di metafora di quello che accade intorno un noi. Come dice la poesia di Djalal al-Din Roumi che ho scoperto durante le riprese del film grazie a un altro amico iraniano, “se un membro della famiglia soffre, tutti soffrono”. Per me, questa poesia racchiude il senso del film. E in effetti, quando ne ho parlato con
Asghar, mi ha detto che la conosceva e che gli era tornata in mente proprio la sera prima. Abbiamo avuto molti momenti così durante le riprese.
Cruz parla del suo personaggio, della difficoltà nell’interpretarlo e dell’importanza di non giudicarlo.
Laura è una donna che non ha avuto una vita facile. Ha dovuto prendere decisioni difficili, che coinvolgevano altre persone, e questo le pesa. Ognuno di noi si trascina dietro un bagaglio pieno di esperienze e di traumi. Alcuni di noi più di altri. Laura è una donna che vive con un segreto, e che all’improvviso si ritrova ad affrontare un vero e proprio dramma. Questo la costringe a rivelare il suo segreto e quindi a fare riemergere una serie di cose sepolte che pesarle enormemente. Per lei è un trauma. È stato senz’altro il personaggio più difficile che io abbia mai dovuto interpretare…Non sono tenuta ad essere d’accordo con lei, ad amare la sua personalità, il suo carattere, quello che fa o quello che non fa. Non sono tenuta a giustificare le sue azioni, devo solo capirla fino in fondo. E credo di esserci riuscita perché il ruolo è molto ben scritto. Tutti i personaggi del film sono complessi e sfaccettati, ognuno ha un suo spessore umano. Non ci sono buoni o cattivi: è come nella vita reale, le cose sono sempre molto più sfumate di come appaiono.
Javier Bardem racconta come è arrivato a recitare in questo film.
Doveva essere il 2013 o il 2014, a Los Angeles. Se ricordo bene Asghar era lì per la promozione di un film e anch’io mi trovavo lì per lavoro, così ci siamo incontrati. Sono andato all’appuntamento emozionato e impaziente di conoscere l’artista, ma anche e soprattutto l’uomo. È una persona che mi affascina, come del resto mi affascinano i suoi film. Abbiamo parlato in inglese, alla meglio, e abbiamo accennato alla possibilità di lavorare insieme. Qualche mese più tardi ho ricevuto un trattamento di quella che sarebbe diventata una sceneggiatura, e da allora siamo sempre rimasti in contatto.
Bardem racconta la sua prima impressione quando ha letto la sceneggiatura.
In pratica, Asghar lavora su idee, concetti, storie. Aveva scritto una ventina o trentina di pagine, a cui era allegata una sinossi piuttosto dettagliata. Come un copione senza dialoghi. Mi è molto piaciuta la storia, l’ambientazione e in particolare i rapporti tra i personaggi. Come nei suoi film precedenti, Todos lo saben parla di rapporti tra individui, del modo in cui le persone interagiscono tra loro, del passato che riaffiora, di come quel passato può avere delle conseguenze sulla nostra vita attuale. Era anche un ritratto estremamente accurato di una comunità rurale spagnola. E venendo da uno straniero, mi è sembrato straordinario.
Bardem parla del suo personaggio descrivendolo come pieno di sfumature.
È un uomo che vive in un villaggio, anche se ha dei contatti con la grande città. Ha lavorato sodo per arrivare dov’è. È nato nella casa in cui vive la famiglia di Laura. Un po’ alla volta si è messo a coltivare la terra, a occuparsi del suo vigneto. All’inizio del film, lo troviamo soddisfatto della sua vita personale e professionale. Ma a un certo punto avviene qualcosa che lo coinvolge e lo impegna a tutti i livelli: psicologico, emotivo, fisico e perfino morale. In pratica, la sua vita comincia a incrinarsi. All’improvviso, il suo passato riaffiora e ripercuote sul suo presente. Paco è un personaggio pieno di sfumature, almeno sulla carta. Ma io spero che lo sia anche sullo schermo. È un personaggio che amo molto. Come dice la grande Victoria Abril, un attore dev’essere l’avvocato della difesa del suo personaggio, perché se lo giudica non può fare il suo lavoro. Detto questo, ci sono ruoli in cui puoi trovarti in difficoltà e a disagio. Paco non è uno di quelli. Come Ramón Sampedro in Mare dentro o Reinaldo Arenas in Prima che sia notte, è uno di quei personaggi di cui conserverai sempre un bellissimo ricordo. Emana una luce e una semplicità che somigliano a una forma di saggezza. È uno spirito molto concreto, una persona di grande buonsenso.
La colonna sonora
- Le musiche originali di “Tutti lo sanno” sono del compositore spagnolo Javier Limón (Oro – La città perduta, Ismael).
- La colonna sonora include i brani: “Te Estoy Amando Locamente” interpretata da Las Grecas e “Adicción” interpretata da Manzano.
TRACK LISTINGS:
1. Se Muere por Volver 3:17
2. Cuatro Coplas de Luna 2:31
3. Una de Esas Noches Sin Final 4:27
4. Se Muere por Volver (acoustic Duet) 3:09
5. Cuatro Coplas de Luna (acoustic Duet)