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Un Poliziotto da Happy Hour (The Guard) – Recensione in anteprima

Brendan Gleeson dà vita ad uno sbirro davvero particolare, un disastro sotto molti punti di vista eppure a suo modo eroico. In anteprima per Cineblog la recensione di The Guard

di simona
pubblicato 10 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:52

Ennesima pellicola vergognosamente penalizzata da un titolo italiano fuorviante ed incomprensibile (e da una locandina francamente imbarazzante), The Guard è un film decisamente originale, mescola elementi di commedia, western e di noir virato al grottesco, con un retrogusto profondamante drammatico; non si prende mai troppo sul serio e non disdegna di dispensare qualche risata (ma, come il suo protagonista, è molto meno stupido di quando non voglia sembrare). Rubando le parole allo sceneggiatore e regista John Michael McDonagh, possiamo definire The Guard come “un film su un grande uomo dalle grandi risate e dal grande cuore“.

Incoronato Miglior Film d’Esordio alla Berlinale, premiato al Sundance con il Gran Premio della Giuria, in concorso al Tribeca ed al Los Angeles Film Festival (su Rotten Tomatoes ha raccolto 109 giudizi positivi su 115 totali); qui in Italia rischia di passare completamente inosservato o essere scambiato per un demenziale cinepanettone d’oltremanica. SIC!

Siamo nei dintorni di Galway, a Connemara, sulla costa occidentale Irlandese. Il Sergente Gerry Boyle è un annoiato agente di polizia in una piccola cittadina. Ha qualche problema a riconoscere l’autorità dei propri superiori, è cinico, apparentemente non prende nulla sul serio, non disdegna una pinta di Guinnes per affogare i dispiaceri (anche quando è ancora in servizio), ogni tanto sperimenta gli stupefacenti che sequestra e non conosce il termine ‘politicamente corretto’. In poche parole: sembra godere nel rendersi sistematicamente antipatico a tutti, nell’irritare deliberatamente le persone, nell’innalzare un muro che lo separi dagli altri. Le uniche presenze nella sua vita sono la mamma malata e morente; e le squillo di cui cerca spesso la compagnia. Tutto sta nel capire se sia incredibilmente stupido o incredibilmente furbo.


The Guard diventa Un Poliziotto da Happy Hour
Improvvisamente, la lenta routine della piccola comunità costiera viene scossa dall’omicidio di uno sconosciuto; dall’arrivo dell’agente dell’FBI Wendell Everett, sulle tracce di quattro pericolosi trafficanti di droga; e dalla misteriosa scomparsa di un poliziotto trasferitosi di recente da Dublino, della cui sorte sembra preoccuparsi soltanto la moglie. Boyle, rispondendo solo alla propria onestà professionale ad un personale codice d’onore, deciderà di risolvere il caso per conto suo.

Il Sergente Gerry Boyle è l’esatto prototipo di quello che si potrebbe definire un fallito. Racconta di essere stato, in gioventù, un nuotatore olimpionico. Ma si è piazzato quarto ed è stato dimenticato in fretta. Ha una cinquantina d’anni, è decisamente in sovrappeso e terribilmente solo, non si è mai fatto una famiglia, svolge un lavoro che non gli piace e a sua mamma restano poche settimane di vita. Un totale disastro. Ma a dispetto di tutti i suoi lati odiosi e negativi, Boyle è capace di eroismo. Vi ritroverete ad amare questo strano personaggio (di poliziotti come lui al cinema se ne sono visti ben pochi). Lo apprezzerete per l’umorismo tagliente, sboccato e scorretto; per l’insospettabile integrità morale e per la bontà d’animo di fondo. Brendan Gleeson è perfetto nei panni di Boyle, lo sguardo amareggiato e malinconico che ogni tanto si accende di un guizzo divertito, il passo appesantito e il sorriso sincero. Se guardandolo vi tornerà alla mente il personaggio di Ken, uno dei due killer di In Bruges, forse non è un caso. I due personaggi sono stati partoriti dalla fantasia di due fratelli.

Don Cheadle (qui anche produttore), lo yankee un po’ snob che arriva in Irlanda sulle tracce dei trafficanti, è una spalla funzionale al personaggio di Gleeson oltre ad essere il suo opposto. E’ sempre un piacere rivedere sullo schermo Fionnula Flanagan, anche se la sceneggiatura non le riserva molte scene. Ma esiste il detto ‘non esistono piccoli ruoli…’ giusto? Mark Strong fa…Mark Strong. Pare che recentemente i cineasti di tutto il mondo lo scelgano esclusivamente (con l’unica eccezione di Sinestro in Lanterna Verde) per ruoli da villain (scegliete liberamente: assassino, killer prezzolato, genio del male, boss della male, braccio destro del boss della mala, traditore….).

Non so come la pellicola potrà rendere nella versione tradotta. Spero che i dialoghi, le battute ed i giochi di parole non vengano eccessivamente distorti. Quello che è certo è che andranno irrimediabilmente perduti i diversi accenti dei protagonisti. La musicalità della cadenza irlandese di Gleeson, contrapposta con la parlata americanissima di Cheadle, il ‘british english’ di Strong ed il gaelico biascicato da alcuni abitanti del luogo. Vera musica per le orecchie di chi apprezza la visione dei film in lingua originale.

Voto Simona: 7+

Nelle sale dal 21 ottobre 2011. Qui il trailer.

Un Poliziotto da Happy Hour (The Guard – commedia nera-thriller – Irlanda 2011). Regia di John Michael McDonagh, con Brendan Gleeson, Don Cheadle, Liam Cunningham, David Wilmot, Rory Keenan, Mark Strong, Fionnula Flanagan, Dominique McElligott, Sarah Greene, Katarina Cas, Pat Shortt, Darren Healy, Laurence Kinlan, Gary Lydon.