Stasera in tv: “Un tirchio quasi perfetto” su Rai 3
Rai 3 stasera propone Un tirchio quasi perfetto (Radin!), film commedia del 2017 diretto da Fred Cavayé e interpretato da Dany Boon, Laurence Arné, Noémie Schmidt, Patrick Ridremont e Christophe Canard.
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Cast e personaggi
Dany Boon: François Gautier
Laurence Arné: Valérie
Noémie Schmidt: Laura
Patrick Ridremont: Cédric
Christophe Canard: Gilles, violinista
Christophe Favre: Demeester, direttore d’orchestra
Karina Marimon: Carole
Stéphan Wojtowicz: Presidente del sindacato
Anne-Sophie Girard : Julie, contrabassista
Nicolas Lumbreras: Rémy, banchiere
Monique Mauclair: Vicina di casa
Victor Ghesquière: Gaëtan, studente di violino
Laurent Saint-Gérard: Cameriere, ristorante chic
Audrey Rhodes-Greig: Laura ad 8 anni
Noël Lafon: Marito della vicina
La trama
François Gautier è tirchio! Risparmiare gli dà gioia, la prospettiva di dover pagare lo fa sudare freddo.La sua vita è scandita in funzione di un unico obiettivo: non mettere mai mano al portafoglio. Una vita che tuttavia viene completamente sconvolta in un solo giorno: si innamora di una donna e scopre di avere una figlia di cui ignorava l’esistenza.Costretto a mentire per riuscire ad occultare il suo terribile difetto,per François cominciano i problemi. Poiché a volte mentire può costare caro, molto caro…
Interviste a cast e regista
Il regista Fred Cavayé parla della sceneggiatura del film a cui ha dato qualche ritocco.
[quote layout=”big”]Nella sceneggiatura originale erano già presenti tutti gli ingredienti del racconto e la straordinaria dinamica della tirchieria del personaggio principale. Prima di impegnarmi in modo definitivo sul progetto, mi sono limitato a chiedere l’autorizzazione per riscriverla a mio gusto, modificando i dialoghi e l’intreccio. Eric Jehelmann ha acconsentito e mi sono ritirato a casa mia in Bretagna, non sapendo se avrei trovato l’ispirazione tra una battuta di pesca e l’altra! Un mese dopo gli ho consegnato la mia versione e l’ha trovata magnifica![/quote]
Cavayé a proposito della scelta di Dany Boon come protagonista.
[quote layout=”big”]Poco fa ho citato Louis de Funès e per me lui è stato un preciso riferimento: un attore che anche quando interpreta il cattivo o un personaggio sgradevole conserva la capacità di divertire il pubblico. Ed è vero che a priori un tirchio non è un individuo molto simpatico… Il nome di Dany si è imposto quasi subito proprio perché possiede una enorme dote di simpatia e trovavo interessante condurlo verso quel registro. Eric gli ha fatto recapitare la sceneggiatura un venerdì (all’indomani del mio ritorno dalla Bretagna), Dany l’ha letta nel corso del weekend e il lunedì ci ha telefonato per comunicarci che voleva fare il film. Il martedì ci siamo visti e mi ha annunciato che, per via della sua agenda, avremmo dovuto girare in ottobre. Era il 10 luglio! Due giorni dopo, ho avviato la fase della preparazione e contemporaneamente ho continuato a scrivere.[/quote]
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Dany Boon parla della sceneggiatura e del suo personaggio, il “tirchio” François Gautier.
[quote layout=”big”]È questo che mi è piaciuto molto nella sceneggiatura rielaborata da Fred: la dimensione umana del racconto e l’emozione che ne scaturisce. Per me, una commedia riuscita è un film in cui si ride, ma anche in cui ci si commuove. Il progetto aveva questo respiro: una riflessione sull’umanità del personaggio di François Gautier, sulla sua tirchieria, ma anche sulla società che lo circonda e sul modo in cui ciascuno di noi percepisce gli altri… Che cos’è la generosità? Perché e come donare? Sono tutti aspetti che durante la lettura mi avevano commosso e vedendo il film concluso sono rimasto turbato dalla seconda parte, di cui effettivamente non bisogna dire niente! In effetti va ben oltre l’emozione: in certi momenti François Gautier è piuttosto cupo, quasi inquietante…Sì, a volte è rude, ma in questo senso è l’immagine specchiata della vita ed è per questo che il film è vicino a quello che vivono le persone che vanno a vederlo. Un tirchio quasi perfetto è costruito con la stessa struttura di un bel racconto: all’interno, tra le righe, c’è sempre un fondo drammatico piuttosto consistente… Trovo che sia un tipo di energia che giova molto a una commedia.[/quote]
Dany Boon scherza sulla tirchieria del suo personaggio che lo ha portato ad indossare per la quasi totalità del film la stessa maglia a collo alto e lo stesso completo di tweed.
[quote layout=”big”]Non Dimentichiamo la mia magnifica maglietta “Vivagel bien sûr”! [slogan pubblicitario di una marca di surgelati] Quando, alle prove costumi, Fred [Cavayé] mi ha detto che era inutile che cercassi un vestito diverso dal famoso completo che a suo pare era perfetto, gli ho chiesto se era proprio sicuro, sapendo che avrei dovuto portarlo per tre mesi! In fin dei conti, aveva ragione lui: è un vero costume, una seconda pelle. Si intona benissimo con tutto il resto e con la tirchieria del personaggio, con la sua visione della vita, delle persone, delle cose. Il collo alto della maglia impedisce a François Gautier di prendere freddo e quindi di spendere soldi per acquistare le medicine![/quote]
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Dany Boon parla della professione del suo personaggio che è un violinista e di come ha dovuto imparare i rudimenti di questo strumento musicale così complesso.
[quote layout=”big”]Sì, assolutamente: la posizione delle dita, il modo di tenerlo, il modo di accordarlo…Ho avuto un’insegnante fantastica nella persona di Sarah Nemtanu, primo violino dell’Orchestra Nazionale di Francia, che è riuscita a farmi suonare! Volevo a tutti i costi essere in grado di tirar fuori delle note dallo strumento e non soltanto fare finta di suonarlo passando l’archetto sulle corde. Era importante per me poiché il talento di violinista di Gautier è uno degli elementi che salva il personaggio: si comporta come un fetente nella vita, ma possiede questo dono da virtuoso, malgrado il fatto che la sua tirchieria gli abbia probabilmente impedito di diventare un grandissimo artista. Per questo volevo essere credibile. Il saper suonare la chitarra mi ha aiutato, se non altro ad evitare di avere le piaghe sulle dita in capo a una settimana. Eppure il solo fatto di imparare i rudimenti del violino mi ha richiesto molto lavoro e ha spaccato i timpani di tutta la mia famiglia! Ma mi è venuta la fissazione e ancora oggi continuo a prendere lezioni di violino.[/quote]
Dany Boon parla del suo rapportarsi sul set con il regista Fred Cavayé, dato che lo stesso Boon è un regista oltre che attore.
[quote layout=”big”]Mi piace quando un regista mi mostra di sapere dove vuole andare e dove vuole condurmi…Non solo Fred ha chiaro in mente dove vuole arrivare, ma in più ti trascina nel suo percorso con una straordinaria energia. Di fatto ha un unico difetto: è bretone e in quanto a ciò trovo che se ne vanti un po’ troppo! Battute a parte, abbiamo fatto numerose letture della sceneggiatura insieme e quella fase di lavoro ha cementato la nostra complicità ancor prima di arrivare sul set. Per esempio, quando si è trattato di scegliere l’attrice che avrebbe interpretato mia figlia, mi è venuto naturale di proporgli di partecipare ai provini dando la battuta alle colleghe. Purtroppo, di solito, si selezionano separatamente gli attori e quando si arriva sul set non sempre gli accoppiamenti funzionano…[/quote]