Roma 2016, Una di Benedict Andrews: Recensione in Anteprima
Rooney Mara torna alla Festa del Cinema di Roma con il disturbante Una.
Interessante esordio alla regia per il 44enne Benedict Andrews con Una, trasposizione cinematografica di una piece di David Harrower, qui anche sceneggiatore, presentata alla Festa del Cinema di Roma. Mattatori assoluti Rooney Mara e Ben Mendelsohn, negli abiti di una donna visibilmente instabile e di un uomo dal passato torbido e taciuto. Una, oggi 25enne, ha avuto una storia d’amore con Ray, che da tempo si fa chiamare Peter. Peccato che lei avesse appena 13 anni e lui una quarantina.
Andrews, che sapientemente semina flashback per svelare mano a mano la trama e l’entità del rapporto tra i due, scava minuto dopo minuto all’interno di una relazione malata, guasta, esplosa da un decennio eppure ancora in grado di suscitare dolore e ricordi. Una, interpretata da un’intensa Rooney Mara, è bella e combattuta. Vive ancora nella cameretta di casa insieme alla madre e fa sesso occasionale con i primi uomini che incontra per provare a dimenticare quanto accaduto in età adolescenziale. Ma è impossibile dimenticare. Quell’uomo da lei amato, finito prima a processo e poi in galera per 4 anni, è sparito, ma dopo lunghe ricerche ed attese è finalmente ricomparso. Ha cambiato nome, è capo del personale di un’azienda, si è fatto una famiglia.
Una piomba improvvisamente nel suo ufficio. Non è più una 13enne, ma una donna. Giustamente rancorosa ma ancora legata a quell’uomo che 10 anni prima l’aveva abbandonata in una stanza d’albergo dopo averle promesso una fuga d’amore. Ed è qui, in questi corridoi, stanze e magazzini, che i due tornano a rivangare ricordi passati, svelando segreti mai confessati e rialimentando quell’inaccettabile sentimento che si pensava esaurito.
Desiderio e abuso, incubo claustrofobico e redenzione d’amore. Un labirinto di verità, passioni, rimpianti, perdite, colpe e bisogni, quello costruito da Andrews, che prova con coraggio a guardare attraverso un inedito punto di vista una storia moralmente discutibile. Perché in questo caso è lei, la Lolita ormai cresciuta vittima di pedofilia, a cercare lui, il 40enne approfittatore che ne abusò in tenera età. Andrews lascia volutamente in sospeso non pochi quesiti ribaltando continuamente il gioco delle parti, con noi spettatori testimoni oculari di una relazione contorta. Mendelsohn, straordinario nel difficile ruolo di Ray/Peter, giura e spergiura di non aver mai provato attrazione per le ragazzine, di non averne mai toccate altre dopo di lei, di averla amata. Una, dal canto suo, dubita fortemente delle confessioni dell’uomo, temendo per la figlia della moglie di lui che tanto le assomiglia, quando aveva più o meno la sua stessa età. Andrews provoca reazioni attraverso personaggi limite a loro volta protagonisti di una storia al limite, in cui il punto di non ritorno sembra sempre essere ad un passo.
Teso e ansiogeno soprattutto nella seconda parte, che vede Rooney e Ben finalmente uscire dal labirintico posto di lavoro dell’uomo per farsi strada nel suo nido famigliare, Una ha un impianto visivo preciso, studiato, ipnotico e disturbante nel suo procedere con lentezza, con i freddi ambienti dell’asettico posto di lavoro di Mendelsohn in chiaro contrasto con le violente emozioni rivissute dalla (non)coppia. Attraverso il rivelatorio montaggio il regista ripercorre il passato svelandolo a noi ignaro pubblico, formando pezzo dopo pezzo un drammatico puzzle lasciato volutamente incompleto. Perchè vittima e carnefice, sembrerebbe sostenere Andrews, sono in questo caso facce della stessa medaglia.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Una (Usa, drammatico, 2016) di Benedict Andrews; con Rooney Mara, Ben Mendelsohn, Indira Varma, Tara Fitzgerald, Riz Ahmed, Tobias Menzies, Natasha Little, Isobelle Molloy, Poppy Corby-Tuech