Stasera in tv: “Un’estate in provenza” su Rai 2
Rai 2 stasera propone “Un’estate in provenza”, commedia drammatica del 2014 diretta da Rose Bosch (Vento di primavera) e interpretata da Jean Reno, Anna Galiena, Chloé Jouannet e Hugo Dessioux.
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Cast e personaggi
Jean Reno : Paul
Anna Galiena : Irène
Chloé Jouannet : Léa
Hugo Dessioux : Adrien
Lukas Pélissier : Théo
Aure Atika : Magali
Tom Leeb : Tiago
Hugues Aufray : Élie
Charlotte De Turckheim : Laurette
Raphaëlle Agogué : Émilie
Jean-Michel Noirey : Jean-Mi
Rodolphe Saulnier : Dr Chasson
La trama
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Léa, Adrien e il loro fratellino Théo, sordo dalla nascita, partono per la Provenza per trascorrere l’estate nella tenuta di campagna con i nonni materni (Jean Reno e Anna Galiena).). I tre nipoti, all’interno della fattoria del nonno, riscoprono uno stile di vita bucolico e passano dall’insofferenza verso la ruvidità di Paul (un ex sessantottino un po’ burbero e amante della campagna), a un piacevole momento di confronto intergenerazionale. Le differenze tra la vita di città e di campagna favoriscono la scoperta di questo intenso rapporto con i nonni e del valore del contatto con la natura, proprio nel momento in cui invece i genitori si apprestano a divorziare.
Note di regia
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La regista Rose Bosch parla dei suoi nonni che sono stati l’ispirazione per l’idea iniziale del film.
[quote layout=”big”]L’idea di partenza per il film arriva dai miei nonni. Li ho conosciuti a stento ma ne conservo un ricordo poetico. È un gran vuoto. E poi avevo voglia di descrivere un conflitto generazionale tra nonni e nipoti. Amo il fatto che i nonni di oggi siano gli hippy di ieri. Essi hanno protestato contro la guerra in Vietnam, contro il consumismo, sono stati a Woodstock…È un confronto interessante quello in atto con la generazione “Y”, ribelle ma molto consumista…Questi nonni non sono mai stati così presenti e importanti. Oggi corrono in soccorso delle famiglie più sconquassate. Loro sono ancora in forma e quindi gli si chiede molto. Si meritavano un omaggio…[/quote]
Jean Reno racconta l’esperienza di interpretare un nonno.
[quote layout=”big”]Interpretare un nonno di solito intimorisce gli attori, poiché si teme di ritrovarsi intrappolati in ruoli da “vecchi”. Ma io non soffro di questa sindrome del giovanilismo. Mi prendo in carico la mia età, non mi faccio stirare le rughe o eliminare le borse sotto agli occhi. Quando le ho posto delle questioni sul personaggio Rose mi ha parlato della questione del conflitto generazionale: si tratta di un uomo del XX secolo costretto a rapportarsi a dei giovani del XXI secolo. Questo choc si snoda all’interno di una famiglia che somiglia molto a quelle del giorno d’oggi. C’è un po’ di mio padre in Paul. Lui non è un chiacchierone, ma non è rozzo, è solo timido. Nel film i silenzi del personaggio sono importanti. L’intera giovinezza di Paul si è svolta nel caos, nel dramma, nel furore giovanile. Per questo si rifugia tra gli ulivi che gli danno un sollievo emotivo. Gli alberi gli ridonano uno spirito, uno scopo. I nipoti lo costringono a confrontarsi con sé stesso e con il mondo. Lui compie un vero e proprio viaggio senza mai lasciare la sua regione. Trovo adorabile il fatto che quest’uomo così taciturno riprenda a parlare proprio con il suo nipotino sordomuto.[/quote]