Underworld: Il risveglio – Recensione in anteprima
Kate Beckinsale torna ad indossare la tutina nera in latex della vampira Selene, nel quarto capitolo della saga. Questa volta in 3D.
Ambientato 15 anni dopo la conclusione di Underworld Evolution, Underworld: Il risveglio inizia là dove si era concluso il secondo film della serie (con tanto di riassuntone iniziale, a beneficio di quanti si fossero persi le “puntate precedenti”). Il quarto capitolo della saga creata da Len Wiseman (qui solo in veste di produttore e co-sceneggiatore) riporta sugli schermi la millenaria battaglia tra Vampiri e Lycan, questa volta con l’ausilio del 3D (nativo, ma per la maggior parte del tempo ugualmente inutile).
Diretto a quattro mani (nel vero senso della parola: pare che i due registi si alternino sul set, un giorno a testa) dagli svedesi Mårlind & Stein (già autori del deludente Shelter – Identità Paranormali), Underworld: Il risveglio vede il ritorno di Kate Beckinsale, nuovamente inguainata nella tutina in latex nero di Selene. Sicuramente l’innegabile fascino del suo personaggio è uno dei pregi della pellicola, assieme a numerose, lunghe ed adrenaliniche scene di combattimento perfettamente coreografate, che non deluderanno i fan. Se però siete alla ricerca di una solida sceneggiatura…cercate altrove.
Inforcati gli occhialetti polarizzati ci troveremo di fronte ad un mondo in cui il genere umano ha scoperto l’esistenza sia dei Vampiri che dei Lycan e ha scatenato una guerra senza quartiere per sterminarli. La vampira guerriera Selene e il suo amore, Michael, un ibrido umano-Lycan, sono stati fatti prigionieri durante l’epurazione. Quando si risveglia dopo oltre dieci anni si ritrova prigioniera, ridotta a cavia da laboratorio dalla Antigen, una potente compagnia biotech impegnata a sviluppare un vaccino contro i virus che hanno creato Vampiri e Lycan.
Di Michael non c’è traccia, a risvegliarla è stata una bambina, un potentissimo ibrido, la figlia che Selene ha dato alla luce mentre era in stato di sonno criogenico. Alla ricerca di un rifugio per sé e per la figlia, Selene scopre che il suo orgoglioso popolo è stato cacciato fin quasi all’estinzione e che i pochi sopravvissuti, nascosti nel sottosuolo, la respingono. Al fianco di Selene nella sua vendetta contro Antigen, dove forze oscure tramano per sterminare lei e la figlia, si schiera un giovane vampiro, David, che a differenza di suo padre ha deciso di lottare anzichè restare prudentemente nell’ombra. Ma nei confronti dei nemici di sempre, i Lycan, che ancora una volta stanno riprendendo il predominio e che possono contare su un enorme e feroce combattente geneticamente modificato, perfino Selene sembra impotente…
Gli 88 minuti di Underworld: Il risveglio (ridotti ad una sessantina, se non si contano quelli dedicati allo spiegone iniziale ed ai titoli di coda) scorrono veloci. Non si ha il tempo per annoiarsi, questo è fuori di dubbio. Gli effetti digitali abbondano (ma i licantropi son proprio brutti, mamma mia!), a scarseggiare è la storia: fin troppo lineare, la vicenda si dipana davanti ai nostri occhi senza venir mai approfondita. Esistono titoli videoludici di spessore nettamente maggiore.
Sul fronte dei protagonisti: le new entry (il giovane vampiro David – protagonista di un massaggio cardiaco involontariamente esilarante – il detective Sebastian, la giovane Eve, il dottor Lane) non vengono sfruttate a dovere (fa un po’ tristezza vedere il bravo Stephen Rea costretto in un ruolo tanto monocorde!) e si rimpiangono il Lucian di Michael Sheen e l’Anziano Viktor di Bill Nighy. Probabilmente scopriremo di più sul loro conto dei nuovi personaggi nel prossimo episodio del franchise, preannunciato dal colpo di scena (telefonato) che precede il finale apertissimo.
Nelle sale da venerdì 20 gennaio 2012. Qui trovate il trailer.
Voto di Simona: 4
Underworld: Il risveglio (Underworld: Awakening – Azione, USA 2012) Regia di Måns Mårlind e Björn Stein. Con Kate Beckinsale, Stephen Rea, Michael Ealy, Theo James, India Eisley, Charles Dance, Scott Speedman, Sandrine Holt, Kris Holden-Ried, Richard Cetrone, Sanny Van Heteren, Jacob Blair, Robert Lawrenson, Marvin Duerkholz e Ron Wear