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Uno per tutti: trailer e locandina del film di Mimmo Calopresti con Giorgio Panariello

Uno per tutti: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Mimmo Calopresti nei cinema italiani dal 26 novembre 2015.

pubblicato 22 Novembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 10:54

Il prossimo 26 novembre arriva nelle sale Uno per tutti, il nuovo film di Mimmo Calopresti tratto dall’omonimo romanzo di Gaetano Savatteri. Scritto da Calopresti con Monica Zapelli il film è interpretato da Fabrizio Ferracane, Giorgio Panariello, Thomas Trabacchi, Isabella Ferrari, Lorenzo Baroni e Irene Casagrande.

La trama ufficiale:

Un ragazzo di buona famiglia riduce in fin di vita un suo coetaneo, che ora lotta tra la vita e la morte.Il cerchio che si era rotto molti anni prima, ora si riapre drammaticamente. Un’azione che riunisce, dopo trent’anni di lontananza, tre persone chiamate a saldare i conti con il proprio passato, inchiodate alle proprie responsabilità dal padre del giovane indagato che presenta il conto ai suoi (ex) amici.Un noir coinvolgente che descrive i segreti più oscuri dei protagonisti e li illumina di speranza e di perdono.

 

 

[quote layout=”big”]Tre amici uniti da un segreto tentano di cambiare il proprio destino.[/quote]

Il regista Mimmo Calopresti parla dell’idea alla base del film che sfrutta l’elemento del passato che ritorna:

Il film è scritto partendo da un plot molto classico del cinema internazionale, un fatto del passato che si ripresenta ai suoi protagonisti ora adulti. Quei ragazzini, tutti provenienti da famiglie immigrate al nord negli anni ’70, che trovavano nella banda di quartiere il loro momento aggregante per riuscire ad affrontare la vita di comunità e il rapporto con gli adulti.

Calopresti parla dei limiti di budget che hanno portato ad alcune modifiche all’idea originale:

In un primo momento, tutta la parte che riguardava la loro infanzia e la vita delle loro famiglie al nord era sviluppata come una vera epopea dell’immigrazione e degli anni d’oro del boom economico. Ma l’impossibilità di raccontare quel passato degli anni ’70, con un budget produttivo limitato, mi ha portato a riconsiderare quell’impatto narrativo. Ho scelto, quindi, di raccontare solo la parte centrale che riguarda l’avvenimento principale della loro esistenza: un gioco stupido, ispirato ad un film di successo di quegli anni, Il Cacciatore, finito tragicamente. Quel momento ha cambiato le loro esistenze e probabilmente li ha legati per sempre. Gil, il capo del gruppo, che da solo si era assunto la responsabilità di quella bravata, oggi chiede l’aiuto dei suoi vecchi amici per salvare Teo, suo figlio. Il loro legame resisterà a questa richiesta drammatica? Faranno la scelta giusta anche per quel riguarda la vita di Teo, giovane e ancora immaturo?

Il senso di responsabilità è il tema centrale del film:

Tratto dall’omonimo romanzo di Gaetano Savatteri, la storia è stata riadattata a Trieste, una città che insieme al grande fascino del passato mantiene ancora una struttura industriale, che la rende operosa e ricca di contraddizioni: un paesaggio sentimentale dell’infanzia, quindi il luogo adatto per un racconto tra passato e presente.

Calopresti parla della scelta di girare in digitale:

La scelta di girare, per la prima volta, un film in digitale e non in pellicola è scaturita da un lungo lavoro di ricerca con il direttore della fotografia, per individuare una macchina con una profondità di campo necessaria al racconto visivo del film. La mia scelta stilistica è stata quella di costruire un film veloce, come è veloce la vita dei nostri protagonisti, e la velocità con cui devono prendere le loro decisioni.