Vallanzasca – Gli angeli del male: Cineblog intervista Nicola Acunzo: “Da che mondo e mondo si fanno gangster movie e non capisco tutte ‘ste polemiche”
Vallanzasca – Gli angeli del male sarà nelle nostre sale dal 21 gennaio. Per l’occasione abbiamo intervistato uno dei protagonisti, Nicola Acunzo che interpreta Rosario, l’unico napoletano della banda. Per questa interpretazione ha vinto il Premio Speciale Penisola Sorrentina. Nicola ha recitato anche ne Il Grande sogno, sempre di Michele Placido e tra gli altri
Vallanzasca – Gli angeli del male sarà nelle nostre sale dal 21 gennaio. Per l’occasione abbiamo intervistato uno dei protagonisti, Nicola Acunzo che interpreta Rosario, l’unico napoletano della banda. Per questa interpretazione ha vinto il Premio Speciale Penisola Sorrentina. Nicola ha recitato anche ne Il Grande sogno, sempre di Michele Placido e tra gli altri in Le rose del deserto, l’ultimo lavoro di Mario Monicelli.
Ciao Nicola, partiamo subito dalle polemiche che hanno toccato il film…
Sono polemiche sterili, un po’ bigotte. Da che mondo e mondo si fanno gangster movie e non capisco perché su Vallanzasca si sia sollevato tutto ‘sto polverone.
Ma dici perché è un film di Placido, un personaggio po’ scomodo?
Magari lui dice le cose a muso duro a differenza di altri, altri lo fanno in maniera artistica, lui lo fa anche nelle conferenze stampa e può essere una cosa un po’ antipatica per alcuni ma lui, grazie a Dio, è un artista libero e se lo può permettere.
Come è stato lavorare con Placido?
E’ stato familiare, nel senso che è il terzo film con lui. Ho iniziato con lui con Le rose del deserto dove lavoravamo sotto la guida del maestro Monicelli ed ho avuto la possibilità di instaurare un rapporto personale, poi ho lavorato ne Il grande sogno dove facevo Rocco Il Calabrese, il Contestatore, ruolo abbastanza difficile pure quello… e poi con Vallanzasca sono andato leggero leggero, liscio liscio…
Vallanzasca – Gli angeli del male: Cineblog intervista Nicola Acunzo
E’ stato più difficile Il Grande Sogno quindi?
Ma sai perché? Placido aveva vissuto in maniera intensa quel periodo lì, era un poliziotto e c’era questo antagonista, Il Contestatore, una persona che lui aveva realmente conosciuto… e quindi lui ci teneva particolarmente a questo calabrese. E’ stato impegnativo anche se Rosario Lo Piccolo, di nome e di fatto, perché so’ piccoletto (ride). Insomma, questo è stato delicato perché andavo a barcamenarmi in un sentiero di persona realmente esistita.
Come ti sei preparato al ruolo?
Beh, ovviamente ho attinto dal libro Il fiore del male e dal rapporto che c’era con Enzo perché io nel film sono sempre in coppia con Filippo Timi. E’ una coppia che nella banda, ai tempi che furono, è stata quell’elemento che ha portato più di tutto il resto a momenti sinistri e drammatici. Tanto che il primo omicidio viene commesso proprio da questi due per cui è stato abbastanza difficile e delicato.
Hai fatto un provino per arrivare al film o ti ha chiamato direttamente Placido?
Ho avuto un paio di incontri con Timi perché si doveva capire se la coppia funzionava, se arrivava quella emozione che compariva nel libro. La coppia gioca un ruolo fondamentale nel libro e bisognava che si sentisse anche nel film.
Com’è lavorare con Timi?
Lavorare con Timi è bello perché significa lavorare di pancia, per me è il nuovo Gian Maria Volontè di cui sono un grande appassionato. Nel mio piccolo lo seguo a ruota, siamo abbastanza simili nell’impostazione attoriale, anche io sono molto di pancia. Tant’è che c’è una scena nel film, bellissima, Placido era entusiasta… primo ciak buona, è andata benissimo… dove c’è una improvvisazione mia e di Filippo. Lui è preso dalla droga e da una seratina trascorsa insieme, con il mitra in mano e lì per lì vorrebbe uccidere chiunque, anche me… e c’è un silenzio cinematografico di paura mia, tensione sua che è capitato lì in quel momento.
Mi descrivi Placido con 3 aggettivi?
Intuitivo, sensibile, pragmatico
E ora descriviti tu con 3 aggettivi…
(Ride) Profondo, solare, comico…
E il film con 3 aggettivi?
Madonna, che belle domande mi stai facendo! Adrenalinico, bellissimo (ride), cinematografico… che sembra paradossale ma è proprio cinematografico.
Tu sei anche a teatro giusto?
Si con L’Astice al veleno di Vincenzo Salemme, interpreto quella figura mistica che ti arriva in sogno e ti dà i numeri. Siamo a Roma fino al 23 gennaio poi facciamo Bologna, Napoli e Milano ad aprile.
Il tuo ricordo di Monicelli?
Grande scuola, il ricordo è tenero. Lo ricordo romanticamente.
Cosa hai pensato quando è morto?
Quando ho saputo come era morto mi ha afferrato la malinconia ma subito dopo un amaro sorriso perché era nella coerenza di Mario. Non mi sono sorpreso, ho pensato che dopo aver saputo, per la persona che era, per come l’ho conosciuto, sapere di avere un tumore a 95 anni… lui ha beffato il male, ha vinto la morte.
Il film più bello del 2010?
La prima cosa bella
Ringraziamo Nicola per la gentilezza e disponibilità. Acunzo ha recitato anche in Manuale d’Amore 2 di Giovanni Veronesi, Baciami piccina di Roberto Cimpanelli e ne Il ritorno del Monnezza. Era accanto a Francesco Nuti in Concorso di colpa di Claudio Fragasso e in Nemici per la pelle di Rossella Drudi; recentemente ha lavorato nella commedia noir Sleepless di Maddalena De Panfilis e al film No Problem di Vincenzo Salemme. In televisione è apparso nella seconda stagione della fiction Elisa di Rivombrosa e in due stagioni de La Squadra.
Leggete la recensione del film direttamente da Venezia e guardate il trailer. Nel cast Paz Vega, Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Valeria Solarino, Francesco Scianna. Regia di Michele Placido.