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Valley of Love: recensione del film di Guillaume Nicloux in concorso a Cannes 2015

Festival di Cannes 2015: due attori giganteschi per un film dall’identità che si fatica a trovare. Guillaume Nicloux riunisce Gérard Depardieu e Isabelle Huppert dopo 35 anni dalla loro ultima apparizione cinematografica assieme: ma di Valley of Love è difficile capire che cosa bisogna farsene.

pubblicato 22 Maggio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 15:38

Non si incontravano sul grande schermo da 35 anni, Gérard Depardieu e Isabelle Huppert, due vere icone del cinema francese. Era l’anno di Loulou di Maurice Pialat. Ci pensa Guillaume Nicloux, regista de La religiosa e L’enlèvement de Michel Houellebecq, a farli rincontrare nel suo ultimo Valley of Love.

Si tratta di un film che sembra essere stato cucito addosso ai due attori sin dall’inizio. In Valley of Love interpretano infatti due attori che si chiamano proprio Gérard e Isabelle. Molti anni fa erano sposati, poi il tempo è passato inesorabilmente. Oggi si sono dati uno strano appuntamento nella Death Valley, in California…

Dei due vediamo prima Isabelle. La seguiamo con un lunghissimo pianoseguenza mobile che la pedina di spalle. Se ne sta andando col suo trolley verso un albergo. Incontra Gérard, e i due subito si chiedono quando sia stata l’ultima volta che effettivamente si sono visti di persona. “Forse era a Venezia”, dice lei. “Ma che stiamo facendo qui?”, risponde lui.

A quel punto Gérard tira fuori una busta con su scritto ‘Papa’. E da lì tutto si focalizza solo sulla vera motivazione per cui i due ex coniugi si ritrovano lì in quel momento: Michael, loro figlio, si è tolto la vita sei mesi fa. Lei non è neanche andata al suo funerale. Non lo vede da sette anni. Lui invece qualche contatto l’ha avuto, ma non è mai andato a trovarlo a San Francisco, dove si era trasferito.

Michael aveva scritto una lettera a entrambi per far sì che si ritrovassero proprio nella Death Valley per passare una settimana assieme, alla fine della quale promette succederà qualcosa di straordinario. Isabelle ci crede davvero, e prega l’ex marito di restare fino all’ultimo giorno. Ma Gérard non capisce cosa mai possa accadere alla fine della ‘vacanza’ e ha già prenotato il ritorno anticipato.

Nicloux gira un dramedy affettuoso, in cui le dinamiche tra due ex innamorati colpiti da una tragedia cerca sempre di non cadere mai nel patetico. Il regista e sceneggiatore smorza i toni del dramma con lunghe chiacchierate fra i due protagonisti, intenti a visitare diversi posti celebri della magnifica Death Valley, che ovviamente da sola vale il prezzo del biglietto.

Però non si capisce bene cosa voglia dire: e quando deve arrivare a una fine cade in una ‘metafisica’ che sa d’accatto e stona in modo stridente. Indeciso se girare un road movie ‘in minore’ o una personale riflessione sul ruolo che la spiritualità ha nella metabolizzazione del lutto, Nicloux finisce per girare a vuoto dall’inizio alla fine, lasciando a briglia sciolta Depardieu e la Huppert: che sono uno più bravo dell’altra, per carità.

In Valley of Love ci sono poi alcuni inserti inspiegabili e à la Lynch: si veda la ragazzina ‘deforme’ che Gérard incontra di notte nel campo da tennis, oppure il ritrovamento della testa mozzata di un cane nel bagno di un diner. Sembrano schegge impazzite di un film che non è mai venuto a galla.

E pensare che le componenti non mancano e stanno tutte lì: oltre all’elaborazione del lutto per un figlio c’è la fine di un amore, il ricordo di una vita passata, il tempo perduto che non tornerà più… Ma è piuttosto difficile affezionarsi a questo percorso scandito da momenti drammatici, qualche urla e un paio di gag. Non manca neanche qualche ‘colpo di teatro’ nel mezzo del cammino, giusto per ravvivare la situazione.

Si resta con in mano un film di molte chiacchiere, qualche buona intenzione, un monumentale Depardieu (che non si vergogna della pancia enorme e la mette bene in mostra), e un risultato che potrebbe non dispiacere troppo a un pubblico d’essai delle grandi città per una visione pomeridiana da ‘bella fotografia’.

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”4″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”2″ layout=”left”]

Valley of Love (Francia 2015, drammatico 91′) di Guillaume Nicloux; con Gérard Depardieu, Isabelle Huppert.

Festival di Cannes