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Vanishing on 7th Street – di Brad Anderson: recensione in anteprima

Esce nelle nostre sale Vanishing on 7th Street, il nuovo horror di Anderson: leggi la recensione di Cineblog

pubblicato 28 Luglio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 10:14

Detroit viene colpita da un blackout. Il mattino dopo la città è profondamente cambiata: la maggior parte degli abitanti sono misteriosamente scomparsi: Luke, un giornalista televisivo, trova le strade deserte e vestiti sparsi per terra. Lui, Paul, Rosemary e il giovane James si ritrovano in un bar. Il posto non è sicuro e con il calare della notte i quattro sopravvissuti iniziano a sentire degli inquietanti mormorii. Cosa succede nell’oscurità?

Evviva l’originalità, si lamentano in giro. Ed è una scopiazzatura da Matheson, e pare esser preso direttamente da The Twilight Zone, e chi più ne ha più ne metta. Inutile però star qui a sindacare quanto poco originale sia l’idea di Vanishing on 7th Street, se assomigli più a L’ultimo uomo della terra, ad Al calare delle tenebre o a Darkness. È il solito giochetto da critici snob che non hanno (ancora) capito cosa conta davvero in un racconto cinematografico.

A quest’ora bisognerebbe aver già querelato il regista per L’uomo senza sonno: per le influenze (già riconosciute all’epoca in Lynch e Polanski, ma non solo) e per il twist alla fine. Ma Anderson, ormai è palese, è un regista che punta sull’atmosfera: e per come riesce a costruirla lui, bisognerebbe tenerselo stretto. Certo, poi arriva appunto Vanishing on 7th Street, rifiutato già in toto dal pubblico, e quasi quasi ti viene di dar ragione ai detrattori.

Che Brad Anderson sia stato colpito dalla storia del film non stupisce affatto, perché sin dalla sinossi sembrava scritta per lui. I temi a lui cari ci sono tutti: un gruppo di persone in lotta contro l’ignoto, uno scenario deserto, la natura dell’Uomo che esce di conseguenza. Ma il problema del film non è tutta da attribuire al regista: molto andrebbe attribuito alla poverissima sceneggiatura di Anthony Jaswinski.

La volontà di Jaswinski dovrebbe essere quella di parlare di un’umanità messa alle strette e costretta a fare i conti con se stessa di fronte all’orrore ignoto, e per fare ciò sceglie quattro persone diverse con le loro storie private da condividere all’interno del bar, praticamente l’unica ambientazione del film, esclusi prologo ed epilogo.

Luke (Hayden Christensen: sempre così bello quanto inespressivo) cerca di capire che fine abbia fatto la ragazza, Rosemary (Thandie Newton: sempre così bella quanto oltre le righe) cerca il figlioletto neonato scomparso nell’ospedale dove lavora come infermiera, il piccolo James cerca la madre uscita dal bar per andare a trovare altri posti illuminati più sicuri (una chiesa), Paul ha assistito alla sparizione di un’intera platea nel cinema in cui lavora: si tratta del prologo, forse la parte più riuscita del film.

Costretti a confrontarsi tra di loro in uno spazio chiuso, illuminato grazie ad un generatore che però rischia di spegnersi più volte, i personaggi iniziano giustamente a domandarsi perché loro siano sopravvissuti, che cosa sia successo agli altri, perché le giornate si siano accorciate in modo così estremo e come riusciranno a salvarsi e non farsi prendere dalle ombre che si annidano nell’oscurità che ha avvolto tutto: ombre che ingannano, tra l’altro, farfugliando i nomi dei propri cari.

Il buio fa paura, va bene, ma è difficile spaventarsi con Vanishing on 7th Street o provare empatia per i protagonisti, fosse solo per il didascalismo della trama (“notevole” la storia di Rosemary) o per il simbolismo religioso che ogni tanto compare, fino a rivelarsi nel finale in chiesa… Ma soprattutto non ci saremmo aspettati almeno una cosa da un film di Anderson: che fosse così noioso.

Forse sul tema del buio il regista aveva detto già tutto con Session 9, e questo è solo un compitino piuttosto sciatto in attesa di ben altre prove. Restano qualche gioco di luce, una sequenza convincente anche se di riporto (Paul alle prese con le ombre in un vicolo cieco), e soprattutto troppe chiacchiere senza vero spessore e una postilla finale assai indigesta.

Voto Gabriele: 4
Uscita in sala: 22 luglio
Qui il trailer italiano.

Vanishing on 7th Street (Vanishing on 7th Street, USA, 2010, Horror) di Brad Anderson; con Hayden Christensen, Thandie Newton, John Leguizamo, Taylor Groothuis, Jordan Trovillion, Jacob Latimore, Ron Causey, Courtney Benjamin, Arthur Cartwright.