Vanzina: “Sapore di te è un film sui destini”
Ambientato nella Forte dei Marmi dei primi anni ’80, si preannuncia, come il suo predecessore lo fu con gli anni ’60, nostalgico nei confronti dei “bei tempi andati”.
Sono passati trent’anni da quando uscì nelle sale Sapore di mare, grande successo di pubblico e famosissimo “italian graffiti”, targato Carlo Vanzina, all’epoca reduce dal successo di Eccezzziunale… veramente: era il 1983 e la Versilia, più in voga che mai, rimpiangeva i fasti degli anni ’60 e il regista romano, affiancato dall’inseparabile fratello Enrico, mise in scena un, a modo suo, indimenticabile ritratto di un’Italia giovanilistica e sentimentale, interpretata da Marina Suma, Jerry Calà, Christian De Sica e tutto il “rat pack” della commedia italiana anni ’80. Sapore di mare è un verso di un celebre successo di Gino Paoli, Sapore di sale e oggi, con Sapore di te, ultima strofa della canzone, Vanzina chiude idealmente un ciclo “nostalgico”, utilizzando come location sempre Forte dei Marmi, ma ambientandolo nella prima metà degli anni ’80, che al giorno d’oggi sono visti da molti come un periodo d’oro, spensierato e, soprattutto, di prosperità economica. Non sono stati utilizzati gli stessi attori, non si tratta quindi di un “Sapore di mare vent’anni dopo”, ma di altre storie che sfruttano però la stessa magia di un luogo, oggi colonizzato da un turismo internazionale, che per molti over 40 mantiene intatto un fascino inimitabile. Vanzina, regista furbo fin dagli esordi, non si lascia sfuggire l’occasione di far luccicare gli occhi ai tanti che rimpiangono quei tempi e quei luoghi e dice al Corriere della Sera:
“E’ come se avessimo usato lo stesso format. Abbiamo scelto gli anni ’80 perché c’era una spensieratezza che oggi non c’è più. Oggi le vacanze durano un week end, all’epoca esisteva la villeggiatura. E’ un film sui destini.”
Interpretato da Vincenzo Salemme, nei panni di un parlamentare socialista (ai tempi dell’apogeo di Craxi) e da Maurizio Mattioli, accompagnati da Giorgio Pasotti, Nancy Brilli, Martina Stella e un vasto parterre di bellone da spiaggia, il film, parafrasando le stesse parole del regista, sarà un nuovo amarcord, destinato però ai figli di coloro che amarono (e furono tanti) Sapore di mare, primo film dei Vanzina ad allontanarsi dal trash stile I fichissimi, che diede loro la prima notorietà:
“Io venivo dai film con i Gatti di Vicolo dei Miracoli a Abatantuono- Sapore di mare è stato il mio primo film personale, quello che ha cambiato la mia carriera e che ha generato i cinepanettoni. Uscì a febbraio, due mesi dopo aver girato Vacanze di Natale, ritratto dell’italia vacanziera degli anni ’80. Sapore di mare d’estate era ancora sugli schermi, c’erano le arene… Doveva intitolarsi Sapore di sale, poi scoprimmo che altri avevano già acquistato i diritti e optammo per un altro verso della canzone, che forse è più bello. Dopo quel successo iniziammo a girare un film dopo l’altro, Yuppies, Via Montenapoleone…”
Certo non tutti si vanterebbero di aver dato il là alla panoplia dei cinepanettoni ma è anche vero che i Vanzina hanno ottenuto successi commerciali incredibili e duraturi, grazie a formule standard che vengono riproposte annualmente e che se da un lato promettono di porsi come ironici fustigatori del malcostume italico finiscono poi sempre per “buttarla in caciara”. Non siamo certo qui per fare un processo alle intenzioni, per cui attendiamo di vederlo prima di giudicare, preparandoci a un’abbuffata di cliché sugli anni ’80 accompagnati da Spandau Ballet, Cindy Lauper, Eros Ramazzotti e tutti gli altri miti di quel periodo, ma non Gino Paoli, perché secondo Vanzina “non è un simbolo di quegli anni”.