Venezia 2009: Mi sento meglio quando il cinema gioca con noi
Venezia mi ricorda i miei primi amori giovanilissimi: il cinema di Ingmar Bergman. Ma, a distanza di anni, dopo varie esperienze, quando mi hanno chiesto di insegnare sceneggiatura all’università, mi sono detto: che faccio con i ragazzi, comincio a farli scrivere, provando e riprovando, partendo dai copioni di Bergman? Ci ho pensato un po’ e
Venezia mi ricorda i miei primi amori giovanilissimi: il cinema di Ingmar Bergman. Ma, a distanza di anni, dopo varie esperienze, quando mi hanno chiesto di insegnare sceneggiatura all’università, mi sono detto: che faccio con i ragazzi, comincio a farli scrivere, provando e riprovando, partendo dai copioni di Bergman? Ci ho pensato un po’ e mi sono risposto: no. Bergman è un arrivo non una partenza. E allora, come modello di impostazione delle scene e del modo di raccontare una storia, ho scelto di studiare insieme ai ragazzi i copioni di certi film di Totò, il massimo dello spettacolo, un capolavoro in questo senso “Totò, fifa e arena”.
Scoprimmo quanto erano bravi qui e in altri testi i già bravi Age & Scarpelli- i maghi della commedia all’italiana- nel condurre e nell’ “usare” il grande attore (non solo comico), il principe Antonio De Curtis. Ricordo questi fatti stimolato da una speranza che mi nasce dentro in un Festival veneziano che vive un periodo in cui accadono cose curiose, su cui fare un pensierino. Tutti i giornali insistono sui film e sui doc, sui temi e sugli autori impegnati al Lido. Impegnatissimi. Fateci caso.
Ciò viene da un passato tipicamente italiano, sui non mi soffermo adesso, mentre viviamo in una situazione cambiata, tutta da capire. Un esempio? Venezia si apre ai cartoni animati premiando con il Leone d’oro alla carriera il mago della Disney-Pixar. Finalmente. Un altro passo in avanti, a mio parere. Ma c’è di più. I contagi non dovranno mancare.
Un sondaggio su internet ha stabilito che il pubblico decreta anche a distanza di anni il trionfo – da mandare ai posteri- di film “Il signore degli anelli”, “Guerre Stellari”, “Matrix”, e così via. Cosa succede? Succede che il mondo sogna di giocare e gioca volentieri con il cinema spettacolare. Ci voleva internet a scoprirlo? Chissà che il cinema, quello troppo e impegnato senza fantasia, impari la lezione senza fare lezione, e torni al piacere del racconto e dell’intrattenimento. Arrivano in questi giorni al Lido i film di Michele Placido, Francesca Comencini, Citto Maselli. Facciano il piacere, direbbe Totò, di piacere; o almeno provare a piacere. Siamo pronti all’esperimento.