Venezia 2009: scontrosi e silenziosi hanno dimenticato il Fus
Sento alla radio, mentre mi faccio la barba e mi preparo alla proiezione del mattino al Festival, la voce amica di Sergio Castellitto. Castellitto è al Lido perché è il protagonista del film in concorso Questione di punti di vista di Jacques Rivette, classe 1928, maestro della nouvelle vague e autore anche di recente di
Sento alla radio, mentre mi faccio la barba e mi preparo alla proiezione del mattino al Festival, la voce amica di Sergio Castellitto. Castellitto è al Lido perché è il protagonista del film in concorso Questione di punti di vista di Jacques Rivette, classe 1928, maestro della nouvelle vague e autore anche di recente di film sinuosi ed esteticamente validi: ad esempio “La bella scontrosa”, 1991, con una splendida Emmanuelle Beart, brava e bellissima (un nudo indimenticabile).
Il ricordo di questo film con la Beart aumenta la mia attenzione, muove i ricordi. Il suo titolo in particolare; e poi lo stesso Castellitto, che interpretò , accanto ad Alessandro Haber, una mia docufiction sul futurismo, “Il sogno del futuro”, impersonando in modo eccellente il poeta Vladimir Majakowskji. Il film di Rivette, di cui è protagonista si intitola “36 vues du Pic Saint Loup”, storia di mestieri e d’amore in un piccolo circo durante una tournèe tra le montagne. Che dirne? La firma di Rivette ci esenta dal giudizio; opere del genere sono per gli affezionati cultori all’autore, per il rispetto verso di esso, per la grazia del racconto; e stop.
Ma, verso la conclusione dell’intervista, Castellitto ha un’uscita che agita le acque. Gli chiedono che fine abbia fatto la contestazione dei mesi passati dei cineasti contro i tagli del Fus, ovvero dei fondi statali per lo spettacolo.
Alla vigilia della Mostra i giornali pubblicarono la notizia che uno degli effetti della protesta avrebbe portato al Lido le serie, severe, incazzate ragioni di tutto il mondo dello spettacolo, in sofferenza, non solo del cinema. Invece, almeno fino ad oggi, silenzio.
La scena quotidiana alla Mostra è rubata da Paris Hilton e da Hugo Chavez, gli autori ci sono, e si ritrovano in trattoria o in riunioni appartate, quasi segrete. Castellitto lo ammette.
Gli dispiace per gli atti mancati e soprattutto per il silenzio, anzi i silenzi che coprono i rumori di Roma di prima delle vacanze. Certo, l’estate; i problemi generali del paese; la non opportunità di azioni precipitose o velleitarie o stonate nel contesto. Però. Castellitto è preoccupato. I silenzi e le scontrosità del Majakowskij che interpretò, forse per contrasto ai versi accesi del grande poeta rivoluzionario, gli paiono un lusso in tempo di crisi.