Venezia 2010: L’amore buio – La recensione
L’amore buio (Italia, 2010 – Drammatico) di Antonio Capuano con Irene De Angelis, Valeria Golino, Gabriele Agrio, Luisa Ranieri, Corso Salani, Fabrizio Gifuni, Alfio Alessi, Anna Ammirati.Ciro e i suoi amici passano una giornata spensierata tra mare, pizza, discoteca, alcool e motorino. A notte fonda prendono di mira una ragazza, Irene, e la violentano. Il
L’amore buio (Italia, 2010 – Drammatico) di Antonio Capuano con Irene De Angelis, Valeria Golino, Gabriele Agrio, Luisa Ranieri, Corso Salani, Fabrizio Gifuni, Alfio Alessi, Anna Ammirati.
Ciro e i suoi amici passano una giornata spensierata tra mare, pizza, discoteca, alcool e motorino. A notte fonda prendono di mira una ragazza, Irene, e la violentano. Il mattino dopo Ciro però decide di denunciare il fatto, e viene condannato assieme agli amici a due anni di reclusione in un carcere minorile. Successivamente inizia a mandare lettere ad Irene, in attesa di ottenere una qualunque risposta.
Antonio Capuano, uno dei registi “invisibili” del nostro panorama sdoganato definitivamente da La guerra di Mario, non a caso uno dei film invisibili più acclamati degli ultimi anni, torna al Lido tra le polemiche riguardanti il motivo per il quale Muller e la sua squadra non abbiano accettato il suo L’amore buio nella selezione ufficiale. Detto questo, il film ha raccolto gli applausi anche nella sezione collaterale delle Giornate degli Autori: per il pubblico alla fin fine la sezione in cui un film viene presentato non dovrebbe essere una nota di merito o meno.
Detto ciò, l’obiettivo di Capuano sembra limpido sin da subito: descrivere l’idea di carcere attraverso due figure agli antipodi. Ciro fa parte della classe operaia, ha pochi soldi e il suo carcere è quello fisico delle quattro mura che lo imprigioneranno per un paio di anni. Irene vive con una famiglia agiata e ricca, ed è questa società che la imprigiona, forse anche il rapporto con il suo ragazzo.
C’è una scena che però risulta quasi come una dichiarazione d’intenti dello stesso regista, ed è quella in cui il padre di Ciro viene a fare visita al figlio e gli dice che in fondo il vero carcere “sta là fuori”. Lo stesso ragazzo, appassionato di scrittura creativa, in un’altra scena canta una sua canzone e dichiara di aver avuto più privilegi in galera (tv, pranzi e quant’altro) che in tutta una vita.
E’ questo il punto che avvicina di più le esistenze dei due protagonisti, che sono come si è già detto sin da subito agli antipodi. Ed è un peccato che Ciro ed Irene, comunque ben interpretati dagli attori protagonisti, siano descritti in ambienti così netti e diversi, perché il tutto si riduce ad un bipolarismo di fondo che porta ad uno schema didascalico. L’amore buio è un film psicologico, s’intenda, ma così rischia di apparire più un film a tesi.
Bella la fotografia, calda ed avvolgente, che però ha un problema: gli effetti flou sono una scelta ben precisa o meno? Altra nota curiosa: capiamo che gli sguardi valgono più di mille parole, ma qui in almeno due casi durano un’eternità, creando un effetto contrario a quello che si vorrebbe. Anche nel finale sospeso.
Voto Gabriele: 6
Dal 3 settembre al cinema, qui potete vedere il trailer.