Venezia 2010: le recensioni di Detective Dee and the Mystery Flame e Cirkus Columbia
Detective Dee and the Mystery Flame (Concorso) di Tsui Hark con Andy Lau, Carina Lau, Li Bingbing, Tony Leung, Ka Fai 690 d.C., tempo della dinastia Tang. Nella città di Luoyang si sta costruendo un’enorme statua buddista: quando sarà completata, la prima imperatrice donna, Wu Zetian, salirà ufficialmente al trono. Molti uomini però per un
Detective Dee and the Mystery Flame (Concorso) di Tsui Hark con Andy Lau, Carina Lau, Li Bingbing, Tony Leung, Ka Fai
690 d.C., tempo della dinastia Tang. Nella città di Luoyang si sta costruendo un’enorme statua buddista: quando sarà completata, la prima imperatrice donna, Wu Zetian, salirà ufficialmente al trono. Molti uomini però per un oscuro motivo stanno morendo per autocombustione. L’imperatrice decide quindi di chiamare Di Renjie per risolvere il caso. L’uomo era stato imprigionato otto anni prima perché aveva criticato la donna per aver preso il potere subito dopo la morte del marito…
Non è facilissimo seguire la storia del nuovo film di Tsui Hark. Nell’articolatissima trama verità, realtà, bugie e fantasia si fondono di continuo e portano a vari ribaltamenti e a nuovi misteri. Ma Detective Dee and the Mystery Flame è un film divertente, che riesce nel suo scopo anche se si può perdere qualche passaggio: alla fine ci si ritrova comunque in questa curiosa contaminatio tra wuxiapian e giallo dalle punte fantasy.
Nel cinema di Tsui Hark la messa in scena è fondamentale, e anche questa volta gli occhi possono essere ben felici di aver assistito ad un grande (e coloratissimo!) spettacolo. Sia per quel che riguarda l’apparato delle arti marziali e delle coreografie dei combattimenti, appassionanti come sempre, sia per quel che riguarda tutto l’apparato visivo, con scenografie e ambientazioni imponenti ed una fotografia vivacissima.
Il ragionamento del regista sul potere e la giustizia ha un suo perché ed è ha uno sviluppo interessante, e c’è già chi ha letto il film come una metafora dello stesso potere anche ai giorni nostri. Altri hanno posto l’accento anche sul tema della tortura. Il nuovo film di Tsui Hark porta in sé un lucido strato interpretativo, ovviamente, ma è lo spettacolo quel che conta: e tra colpi di scena, sequenze magistrali, uomini che bruciano all’improvviso e tante altre frecce al proprio arco il divertimento non manca. I fan sono avvisati.
Voto Gabriele: 7, Qui trovate il trailer.
Cirkus Columbia (Giornate degli Autori) di Danis Tanovic con Miki Manojlovic, Mira Furlan, Boris Ler, Jelena Stupljanin, Mario Knezovic, Milan Strljic, Svetislav Goncic, Almir Mehic
Bosnia, poco tempo prima dello scoppio della Guerra. Un uomo ritorna dopo vent’anni di assenza al suo paese d’origine con la sua nuova e giovanissima compagna. Torna a vivere nella sua vecchia casa, sfrattando coloro che c’hanno abitato fino a quel momento, ovvero l’ex-moglie e il figlio ventenne. Proprio con quest’ultimo incomincia però pian piano a riallacciare i contatti…
Sorprendente Tanovic, che con questo nuovo Cirkus Columbia, sfuggito non si sa come al concorso e rientrato dalla finestra grazie alle Giornate degli Autori, continua a ragionare sulla guerra dopo No Man’s Land e Triage. Forse di trilogia vera e propria non si potrà proprio parlare, ma il filo conduttore e la tematica centrale del cinema del regista bosniaco ci sono e sono evidenti.
Non pensiate però ad un ennesimo film pesante, drammatico e retorico, anzi, qui siamo proprio altrove, in altre terre. La particolarità di Cirkus Columbia è quella di narrare in gran parte la storia dei suoi protagonisti prima dello scoppio della guerra e della presa dei soldati della città, e di farlo poi in chiave da commedia.
Si ride davvero tanto e continuamente, e la comicità è tenuta assieme dal “filo rosso” della ricerca di un gatto nero, ovvero l’animale che il protagonista ama alla follia e da cui non si vuole separare mai. C’è tutta la vitalità di un regista che ricorda un periodo bellissimo della sua vita, prima che arrivasse il periodo della morte e della disperazione, e prima che tutto cambiasse per sempre.
Questo è Cirkus Columbia: un nostalgico ricordo di un tempo che non torna più e che sarebbe meraviglioso rivedere, un tempo dove si poteva sorridere e dove i conflitti interni sembravano a qualcuno pura fantasia. Quando la guerra entra nel film lo fa con la prepotenza di chi entra sbattendo con violenza una porta, spezzando la quotidianità delle cose. Lo fa in modo dolorosissimo, e Tanovic si dimostra regista ritrovato e sapiente, capace di far sganasciare a terra dalle risate e di far star male con una straordinaria inquadratura finale…
Voto Gabriele: 8