Home Festival di Venezia Venezia 2011: Prontuario specifico di provocazioni in vista dei Leoni mogi, in nome di Killer Joe

Venezia 2011: Prontuario specifico di provocazioni in vista dei Leoni mogi, in nome di Killer Joe

Italo Moscati ci elenca i suoi film preferiti dopo averli visti al Festival di Venezia

pubblicato 9 Settembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:32


Tra poco sapremo chi avrà vinto alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia. A voi importa? A me poco, poco, pochissimo, e solo per un gusto calcistico: star dentro il gioco di chi vince e di chi perde per puro piacere, sfizio. Dirò le mie preferenze, anche sulla base di opinioni che mi sono fatto ascoltando e leggendo altre opinioni. Poi passerò a un tema che ci affascina e ci turba tutti, grazie ai commenti espressi nel nostro blog da Gio88 e Luporosso – a proposito di Killer Joe di Friedkin di cui ho scritto nel mio post dedicato al film- che molto mi stimolano.

Nelle indicazioni leonine e dintorni non entrerò nel merito delle categorie previste dalla Mostra. Lascio volentieri le grane alla giuria, in cui sono inclusi gli italiani Mario Martone e Alba Rohrwacher, i quali sono stati sollecitati da un ministro e dalla sua corte a premiare finalmente un film nazionale (siamo o non siamo ai 150 anni dell’Unità d’Italia?). Spero solo che Darren Aronofsky, il presidente faccia il “wrestler”, ovvero il lottatore pulp o non pulp, per impedire l’arte di arrangiarsi italiana. Ha fatto un film con Mickey Rourke, se ne ricordi: Mickey era suonato ma le palline ce le avevano (e non come voti al film).

Dunque, la mia rosa dei film è in ordine di preferenze: Carnage di Polanski, A Dangerous Method di Cronenberg, Tinker, Tailor, Soldier, Spy di Alfredson, Killer Joe di Friedkin e Le Idi di Marzo di Clooney. Questi film hanno sceneggiature, attori, fotografia e montaggi di prima qualità, e non ci dovrebbero essere problemi per scegliere bene. Se poi qualcuno vorrà fare delle forzature, puntando su titoli e autori peregrini, faccia pure. Ci farà pensar male. Ci siamo abituati, ma ci dispiace. Pulp reality.

La_TALPA_GARY_OLDMAN_POSTER2Il “pulp” questa parola stregata che ha fatto, accoppiata alla parola “fiction”, la fortuna di Quentin Tarantino e dei tanti, meno geniali e aggraziati, imitatori. Friedkin, regista di “Killer Joe”, è tra i più aggraziati, cioè quei bravi professionisti sapienti nel centellinare intelligentemente la polpa che va di moda non solo in macelleria.
Gio88 e Luporosso si sono interrogati su perché in Italia il “pulp” non venga prodotto e sulle ragioni della crisi inventiva del nostro cinema rispetto a generi del passato che erano praticati da noi con successo e spesso entusiasmo del pubblico più esigente(la commedia all’italiana nelle sue varianti, i film polizieschi e horror, il noir e altri generi popolari sono solo un ricordo).

La fotografia, gruppo di famiglia in un esterno o interno, non è difficile. E’ noto che andavano forte i film panettone con Christian De Sica e Boldi, e ora hanno stancato. Emergono film comici, non senza ambizioni, come “Benvenuti al sud”, copiato dai francesi; “Basilicata coast to coast”, forse il più “salvabile”; il fenomeno Checco Zalone che tutti attendono al varco per la conferma. E poi?

Il mercato rifiuta i film italiani drammatici, impegnati, seri, riflessivi: fa eccezione per Habemus papam di Moretti, ma meno, molto meno rispetto ai suoi precedenti lavori. Tornatore con Baaria, con gran sostegno, non ha fatto tutta la strada che pensava verso i vertici degli incassi. Luchetti ha ottenuto buoni risultati con “Mio fratello è figlio unico” ma non ha vita facile. Potrei continuare.

Eppure il quadro di oggi non è fosco per i generi più leggeri che hanno portato la produzione italiana a percentuali di incassi che si inseriscono nei piani alti del box office: anzi, complessivamente, in questi ultimi anni il primato Usa è stato scalfito o indebolito. Salto alcuni passaggi e arrivo al nodo a mio avviso principale. Chi investe ancora nel cinema?

De Laurentiis vuole i panettoni o simili, ed tutto preso com’è dal Napoli e dalle sue grane. I grandi network, Rai e Mediaset, hanno dimostrato di fare scelte note e ripetitive. Vogliono fare film d’autore ma da loro si aspettano gloria e vittorie nei festival, e poi sfruttamenti in tv o vendite ai satelliti o ad altre emittenti. Non sempre le ciambelle…vedi Mostra 68.

I soggetti devono essere timidi, guardinghi, di carattere sociale, senza storie d’amore troppo appassionate, senza spargimenti di sangue, situazioni estreme, senza pericoli per il pubblico di possibili infartuati (che del resto si spostano ai film pulp con il massimo della serenità).

Una controprova? Un regista noto , di cui non faccio il nome, presentò un copione noir carico di azione e di effetti forti ad un alto dirigente di una tv nazionale. Questi lesse e richiamò il regista, restituendogli il copione come fosse dinamite o peste. Il copione era stato in realtà desunto da un tv americano trasmesso dalla rete di cui il dirigente era il responsabile. Una beffa riuscita.

Per concludere. Continuiamo a sperare nel cinema italiano ma liberiamoci di una casta a lungo sedimentata di portaborse assurti a produttori; liberiamoci di un familismo amorale con interlocutori figli di padri a loro volta figli di altri padri che hanno saputo sviluppare la pratica delle raccomandazioni; liberiamoci dell’idea fallace che sia facile rimettere le cose a posto, l’inquinamento è profondo e gli avvelenatori, ben pagati dallo stato o dalle istituzioni pubbliche, non mollano; essi sono più forti dei politici che si sente dire debbano essere rottamati.

La crisi è evidente e cresce; non assomiglia alle tante presenti da sempre, per superficialità o risentimenti d’ambiente, nel nostro cinema che amiamo. Non serve il pulp, bisogna fare con calma polpette di pulp di chi comanda a vari livelli il nostro cinema,e lo condiziona.

Con buona pace del grande Ermanno Olmi che poche settimane fa, come abbiamo registrato in Cineblog, tuonava contro le sovvenzioni e sosteneva che solo la volontà, la determinazione, le palle mentali e non solo, possono rimuovere ogni ostacolo. Per grazia di dio? Mah.

(Nelle foto: in alto un frame da “Killer Joe” e la locandina di “La Talpa”)

E per chi se li fosse persi:
Recensione di Carnage e Trailer Italiano
Recensione de Le Idi di Marzo
Recensione di Killer Joe
Recensione de La Talpa e Trailer
Recensione di A Dangerous Method e Trailer Italiano

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