Venezia 2013, Bernardo Bertolucci: cosa si aspetta dal Festival il Presidente di Giuria
“In giuria cercherò di trovare una bella armonia, sono tutte persone che rispetto molto.”
Bernardo Bertolucci, Presidente di Giuria al Festival di Venezia, è fiducioso: il maestro, il grande regista di Novecento e de L’ultimo Imperatore, si è recentemente visto in Bertolucci on Bertolucci, documentario di Luca Guadagnino che ripercorre le tappe salienti di una carriera straordinaria. Inoltre, il 10 settembre tornerà nelle sale il suo grande capolavoro, L’ultimo Imperatore, in 3D. A 72 anni il regista parmigiano dimostra una vitalità che appartiene solo agli uomini di genio e ci si aspetta molto dalla sua esperienza al prossimo Festival. Il Maestro, l’icona, non si sbilancia, ma sornione si dichiara, durante un’intervista a La Repubblica, curioso:
“Sono molto curioso. Sulla carata quello di Alberto Barbera è un programma che ha la sua forza nei rischi che si prende. In giuria cercherò di trovare una bella armonia, sono tutte persone che rispetto molto. Andrea Arndol ha fatto un film bellissimo, Fish Tank, in cui per la prima volta ho visto Miachael Fassbender. Alcuni giurato mi sono cari: Sakamoto e Carrie Fisher per esempio. Carrie non la vedo da anni. La ricordano tutti come la principessa di Star Wars ma poi è diventata una bravissima scrittrice… E’ bello ritrovare Sakamoto che ha scritto la musica di tre dei miei film. Il cinema è così, finito il lavoro ci si saluta come per vedersi all’indomani, poi passano decenni.”
Bertolucci non fa previsioni e al di là della curiosità non si esprime sugli artisti in concorso, ma preferisce la rievocazione e rispondere alle inevitabili domande su L’ultimo Imperatore, condannato come tutti i creatori di capolavori assoluti a essere indissolubilmente legati (e tormentati) dalle loro opere maggiori. Per il regista si tratta della seconda volta in carriera come Presidente di Giuria, lui che bazzica Venezia dai primi anni ’60: una scelta che all’estero è stata vista come un sintomo di debolezza, o meglio di assenza di giovani grandi talenti da proporre.
I giovani talenti italiani non mancano, inoltre è utile ricordare che Bertolucci ha solo cinque anni in più, ad esempio, di Steven Spielberg (nato nel 1946) e due in più di Michael Mann (1943) e se uno dei due succitati registi fosse stato chiamato (e avesse accettato la presidenza di Venezia) nessuno avrebbe osato obiettare sulla loro età. Per una volta, fidiamoci dell’esperienza di chi, a Venezia, è un vero padrone di casa.