Venezia 2013: Leone d’oro alla carriera a William Friedkin
Festival di Venezia 2013: William Friedkin è il Leone d’oro alla carriera dell’edizione numero 70. Un regista di culto, autore di capolavori come L’esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles. Per l’occasione verrà presentata la copia restaurata del suo sottovalutato e dimenticato Il salario della paura.
Un Leone d’oro alla carriera straordinario. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2013 (che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre) getta il suo primo jolly con questo premio che verrà assegnato a William Friedkin, il grande regista de L’esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles. Queste le parole di Friedkin:
Venezia, specialmente durante la Mostra, è una casa spirituale per me. Il Leone d’oro alla carriera è qualcosa che non mi sarei mai aspettato, ma sono onorato di accettarlo con gratitudine e amore.
Due anni fa Friedkin era in concorso con Killer Joe, che ha scatenato un uragano di applausi alla prima proiezione stampa. Per molti in quell’occasione era rinato un regista: per chi scrive, Friedkin in realtà non se n’è mai andato. Certo, la sua carriera è fatta di alti e bassi, ed è senz’altro discontinua nell’ultimo periodo. Tra Hollywood ed indipendenza, Friedkin è comunque rimasto sempre un autore feroce e unico. Il Direttore Alberto Barbera dichiara:
[Friedkin ha manifestato negli anni] una fedeltà rischiosa ai propri ideali che, allontanandolo dal centro del cinema hollywoodiano, lo ha spinto a cercare nel cinema indipendente quella libertà necessaria a perseguire la ricerca di un linguaggio fatto di spiazzamenti continui, di istinto visivo folgorante, visionario, allucinatorio, eppure insaziabilmente affamato di realtà anche quando sembra perdersi nel delirio cinetico, astratto e perfezionistico delle prepotenti sequenze d’azione e d’inseguimento che caratterizzano la sua opera in maniera emblematica.
William Friedkin rappresenta ancora oggi l’esempio di un cinema esigente, intellettualmente onesto, emotivamente intenso, programmaticamente avventuroso ed erratico: un antidoto potente e generoso al crescente livellamento del cinema contemporaneo.
Le scene d’inseguimento, certo (ce n’è una magistrale anche in Jade, guilty pleasure assoluto per chi scrive), ma anche momenti di tensione altissimi in una filmografia che merita senz’altro di essere omaggiata nel migliore dei modi. Tra questi momenti di tensione elevata non si può non ricordare la scena dell’attraversamento del ponte de Il salario della paura (Sorcerer), tra i suoi titoli più sottovalutati e dimenticati.
Il film è stato uno dei titoli di Friedkin più sfortunati in assoluto. Costato tantissimo (22 milioni di dollari), ne guadagnò soltanto circa la metà in tutto il mondo: quando uscì, non a caso, c’era in sala da una settimana Star Wars. Ma non finisce qui, perché ci fu anche un pasticcio coi diritti del film: un caos tale che lo stesso regista non capiva più a chi appartenessero.
Co-prodotto dalla Universal e dalla Paramount, Il salario della paura è rimasto in una specie di limbo per anni. All’epoca, per detenere i diritti dell’opera, le due major li avevano acquisiti assieme attraverso una compagnia offshore chiamata Cinema International Corporation, andata poi in fallimento. Compagnia che oggi ovviamente non c’è più…
Friedkin ha citato in tribunale i due studio (li chiamava bastards) e la situazione si è sbloccata, tant’è che con la supervisione della Warner Bros. è riuscito a rimettere mano sul negativo originale del film e a farne tutto il restauro. Il risultato pare sia pazzesco. Friedkin stesso fa i salti di gioia:
Considero Il salario della paura il mio film più personale e il più difficile da realizzare. Sapere che sta per avere una nuova vita al cinema, è qualcosa di cui sono profondamente riconoscente. Il fatto poi che il film abbia la sua prima mondiale alla Mostra di Venezia, è qualcosa che attendo con grande gioia. E’ una vera resurrezione di Lazzaro.
Vedere Il salario della paura sul grande schermo farà sicuramente un effetto incredibile. Sapere di goderselo in occasione del Leone d’oro alla carriera al suo regista renderà il tutto speciale. Friedkin promuoverà al Lido poi la sua autobiografia, The Friedkin Connection: quindi sarà alla Mostra per un po’ di giorni. Sapere che Billy – un vero showman – se ne andrà in giro per il Lido ci stampa già un sorrisone immenso in faccia.