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Venezia 2014: Leone d’oro alla carriera a Thelma Schoonmaker e Frederick Wiseman

Al Festiva di Venezia 2014 assegnati Leoni d’oro alla carriera alla montatrice Thelma Schoonmaker e al regista e documentarista Frederick Wiseman.

pubblicato 19 Luglio 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 23:53

In occasione della 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2014) saranno assegnati due Leoni d’oro a due cineasti statunitensi, la montatrice Thelma Schoonmaker e il regista e documentarista Frederick Wiseman.

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera.

Thelma Schoonmaker è uno dei montatori cinematografici più apprezzati e premiati, la sua carriera è stata contrassegnata da tre Premi Oscar (Toro scatenato, The Aviator, The Departed), due BAFTA (Toro scatenato, Quei bravi ragazzi) e un lunga collaborazione con il regista Martin Scorsese iniziata nel 1967 con il montaggio di Chi sta bussando alla mia porta?.

Dal 1980 in poi la Schoonmaker ha montato tutti i lungometraggi di Scorsese incluso il recente The Wolf of Wall Street (2013).

Con questo premio a Thelma Schoonmaker è la prima volta che il Leone alla carriera della Mostra di Venezia viene attribuito ad un artista del montaggio.

Venezia 2014 Leone d'oro alla carriera a Thelma Schoonmaker e Frederick Wiseman (1)

Frederick Wiseman, nativo di Boston, debutta come produttore nel 1963 con il lungometraggio The Cool World e successivamente, nel 1967, passa dietro la macchina da presa per dirigere Titicut Follies, un film girato all’interno di un ospedale psichiatrico del Massachussets.

Da quel momento in poi Wiseman ha sempre prodotto e diretto tutti i suoi film quasi tutti girati in sedi di istituzioni sociali come ad esempio ospedali, scuole superiori e dipartimenti di polizia.

Il canone stilistico di Wiseman si rifà al concetto di “cinema di osservazione” o “cinéma vérité”, ma a Wiseman non piacciono queste definizioni:

Quello che cerco di fare è modificare i film in modo che essi abbiano una struttura drammatica, è per questo che mi oppongo in una certa misura a definizioni come “cinema di osservazione” o “cinéma vérité”, perché il cinema d’osservazione almeno per me è il dare il medesimo valore ad una cosa piuttosto che ad un’altra il che non è vero. Almeno questo non è vero per me e per quanto riguarda il cinema verité è solo un termine francese pomposo che non ha assolutamente alcun significato per quanto mi riguarda.

Fonte | Asca

Clip con un estratto da “Titicut Follies” (1967):