Venezia 2015, Black Mass: Recensione in Anteprima
Venezia 72 accoglie a braccia aperte il divo Johnny Depp con il gangster movie Black Mass
A dirigere le danze di questo gangster movie da anni in lavorazione in quel di Hollywood Scott Cooper, ex attore ‘esploso’ in qualità di regista con Crazy Heart, titolo che portò Jeff Bridges all’agognato Oscar. Due anni fa il mancato bis di critica e di pubblico con Il fuoco della vendetta – Out of the Furnace, nel 2013 presentato al Festival di Roma, per una terza fatica che ha visto decollare le ambizioni del 45enne grazie al ricco budget messo a disposizione dalla Warner: 60 milioni di dollari, un sesto dei quali direttamente finiti nelle tasche di un irriconoscibile Depp, ancora una volta, neanche a dirlo, trasformato.
Ed è da qui, da questa maschera di cerone, che è doveroso partire, perché il trucco firmato Marleen Alter, Jennifer Traub e L. Sher Williams grida vendetta. Era dai tempi del DiCaprio orribilmente tramutato in un vecchio J. Edgar nell’omonimo film di Clint Eastwood che non assistevamo a nulla di così ‘marcato’, se non fosse che Johnny porti avanti l’intera pellicola con addosso quintali di cerone, parrucchino stempiato e lenti a contatto da vampiro. Un invasivo intervento che ha finito per trasformare ogni sua espressione in qualcosa di ‘posticcio’, limitandone paradossalmente la prova recitativa.
18 anni dopo Donnie Brasco il pirata Jack Sparrow è così tornato ad incrociare FBI e criminalità, andando ad indossare gli abiti del pericoloso e privo di scrupoli gangster irlandese Jimmy “Whitey” Bulger, negli anni ’70 convinto dall’amico di infanzia nonché agente dell’FBI John Connolly (Edgerton) a collaborare con il Governo. Lo scopo di un simile abbraccio mortale? Azzoppare la mafia italiana, quei ‘mangiaspaghetti’ che a suo tempo tenevano Boston per le palle. Un’insolita e folle alleanza che finirà ovviamente per degenerare a favore di Bulger, riuscito nel giro di pochi anni a tramutarsi nel più temuto e potente criminale della città, da mezza tacca che era. Elusa la legge con l’incredibile placet dello stesso FBI e consolidato il potere, Jimmy è poi fuggito da Boston nel 1992, diventando nel 2007 il secondo uomo più ricercato d’America dopo Osama bin Laden. La cattura nel 2011, in California, dove aveva vissuto per 15 anni sotto il nome di Charles Gasko. Condannato a due ergastoli, l’86enne ‘Whitey’ è attualmente rinchiuso in galera.
A migliaia di km di distanza, vedi Lido di Venezia, la sua storia è diventata cinema grazie ad un gangster movie sui generis visibilmente ‘segnato’ dalla filmografia criminale dell’inarrivabile Martin Scorsese. Cooper, che già con Out of Furnace era inciampato su questo aspetto, non è riuscito ad aggiungere nulla di nuovo all’enorme pagina di genere, scimmiottando un monolite come Quei Bravi Ragazzi. Inizialmente quasi dipinto come un ‘gangster gentile’, perché amorevole figlio, dolce padre e cortese vicino di casa, il Bugler di Depp ‘muta’ sensibilmente dinanzi a due lutti che lo toccano nel privato: la precoce morte del figlio e la morte di vecchiaia dell’amata mamma. Tra un decesso e l’altro assistiamo all’ascesa criminale di Jimmy, sempre più violento e borderline nei confronti del mondo che lo circonda. Tra le poche persone fidate suo fratello Bill, ovvero Benedict Cumberbatch, quotato politico locale, e soprattutto l’amico d’infanzia Connelly, interpretato da un Joel Edgerton in versione Ray Liotta. Fallimentare come padre, figlio e marito, il Bugler di Depp diventa presto doppiogiochista, tanto da prendere l’FBI per le corna e sfruttare l’inattesa alleanza a proprio vantaggio. Un Federal Bureau of Investigation incredibilmente infinocchiato per oltre un decennio, tanto dall’uscire con le ossa rotte da questa rappresentazione cinematografica.
A differenza degli epocali criminali tratteggiati da Scorsese, e qui cade il punto, il delinquente targato Cooper è glaciale, e non solo negli inespressivi e privi di vita occhi azzurri del protagonista, ma anche se non soprattutto dal punto di vista emotivo. Persi figlio e moglie (Dakota Johnson, che improvvisamente scompare senza lasciar traccia di sè), Bulger si tramuta rapidamente in una fredda e folle macchina da guerra che semina sul proprio cammino sangue, pallottole e poco altro. Dannatamente limitante, come già detto, l’incredibile trucco che ha stravolto i lineamenti del protagonista, azzoppando una prova d’attore intensa e per lo meno diversa dalle sue ultime ripetitive apparizioni. Quando ritroveremo Depp recitare con il suo reale volto, però, stapperemo champagne a fiumi. Al suo fianco, come detto, un nutrito cast di contorno non del tutto sfruttato a dovere, basti pensare al poco incisivo Benedict Cumberbatch e alle brevi comparsate di Kevin Bacon. Più caratterizzato e sfaccettato, invece, Joel Edgerton, per un biopic criminale senza infamia e senza lode che avrebbe potuto battere altre strade (vedi l’ottimo Nemico pubblico N. 1 di Jean-François Richet) rispetto alle solite già viste e percorse da Hollywood, evitando di nascondere i propri limiti di originalità sotto camionate di make-up.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”7″ layout=”left”]
Black Mass (Usa, 2015, gangster movie) di Scott Cooper; con Johnny Depp, Joel Edgerton, Dakota Johnson, Juno Temple, Rory Cochrane, James Russo, Peter Sarsgaard, Kevin Bacon, David Harbour, Benedict Cumberbatch, Corey Stoll, Adam Scott, Jesse Plemons, Julianne Nicholson, W. Earl Brown – uscita giovedì 8 ottobre 2015.