Venezia 2015 – Pecore in Erba: Recensione in Anteprima
L’antisemitismo alla berlina nell’esilarante e a tratti geniale mockumentary di Alberto Caviglia. Pecore in Erba
Cavalcando con coraggio il politicamente scorretto alla Sacha Baron Cohen, Cavagna si è immaginato un Bel Paese, un’Europa, un Mondo in cui l’odio nei confronti degli ebrei è all’ordine del giorno, difeso con le unghie e con i denti dall’intelligencia nazionale e in grado di tramutare un razzista ragazzo di Roma in un’icona planetaria.
Protagonista del finto doc, infatti, è Leonardo Zuliani, giovane nato con l’antisemitismo nel sangue. Svanito nel nulla ad inizio 2006, l’Italia intera si chiede che fine abbia fatto, tanto da ritrovarsi in piazza a sei mesi dalla sua scomparsa. Per l’occasione, dinanzi ad una città strabordante solidarietà nei suoi confronti, parte un lungo servizio targato SkyTg24 dedicato alla vita di Leonardo. Ed è qui che Pecore in Erba prende vita, pennellando i lineamenti di un genio della comunicazione nonché fumettista di successo (il ‘Marjane Satrapi di Trastevere’), stilista visionario (‘Baci Ebreacci’), scrittore di grido (‘La Bibbia Redux’) e attivista dei diritti civili, dove per ‘diritto’ si intende la possibilità di esprimere liberamente la propria opinione. Qualunque essa sia, anche se negazionista nei confronti della Shoah.
Un viaggio satirico, a tratti volutamente demenziale e per lunghi tratti semplicemente geniale, quello ideato da Caviglia, che è così riuscito a rimarcare l’assurdità e la follia dell’antisemitismo attraverso il paradosso dell’antisemifobia, vedi il disprezzo nei confronti di chi vuole semplicemente ‘odiare’. Ridicolizzando l’ipocrisia e il pregiudizio nei confronti del tema, il regista ha giocato con la Storia e la cultura pop, affidandosi a volti celebri dello star system nazionale per dare ancor più credibilità a questa sua realtà ‘reinventata’ di sana pianta.
Personaggi come Corrado Augias, Gianni Canova, Ferruccio De Bortoli, Giancarlo De Cataldo, Fabio Fazio, Carlo Freccero, Gipi, Linus, Enrico Mentana, Vittorio Sgarbi, Kasia Smutniak e Giancarlo Magalli, ricercato numero uno da una pericolosa associazione terroristica islamica, si sono prestati al divertissement di Caviglia, a tal punto immerso nella melma politica del Paese da brandire fendenti anche nei confronti della Lega Nord, diventata Lega Nerd.
Smaccatamente romano-centrico (con alcuni riferimenti ad eventi e personaggi che solo chi è capitolino potrà apprezzare), Pecore in Erba osa l’inosabile estremizzando l’odio nei confronti dell’ebreo attraverso il potentissimo strumento della satira, che smonta e ribalta il punto di vista ‘originario’. Affidandosi ad un personaggio smaccatamente negativo, Caviglia ha potuto infrangere quel tabù legato alla realtà antisemita, ovviamente uscita distrutta da questa stravagante ma ridondante rappresentazione. Perché è la ripetitività del paradosso, alla lunga, a stancare e a sgonfiare l’opera del regista romano. Un rischio forse inevitabile e calcolato ma a conti fatti ‘accettabile’, vista la complessiva riuscita di un finto documentario dannatamente ispirato e malinconicamente divertente.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Pecore in Erba (commedia, 2015, Italia) di Alberto Caviglia; con Davide Giordano, Anna Ferruzzo, Omero Antonutti, Bianca Nappi, Mimosa Campironi, Alberto Di Stasio, Lorenza Indovina, Francesco Russo, Paola Minaccioni, Marco Ripoldi, Josafat Vagni, Massimiliano Gallo, Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Antonio Zavatteri, Massimo De Lorenzo, Francesco Pannofino, Tommaso Mercuri, Valerio Cerullo, Manuel Mariani, Niccolò Senni, Francesco Arca, Corrado Augias, Tinto Brass, Gianni Canova, Claudio Cerasa, Ferruccio De Bortoli, Giancarlo De Cataldo, Elio, Fabio Fazio, Carlo Freccero, Gipi, Linus, Giancarlo Magalli, Enrico Mentana, Giulia Michelini, Vittorio Sgarbi, Kasia Smutniak, Mara Venier – uscita giovedì 24 settembre 2015.