Venezia 70 – Future Reloaded: corti e registi per Venezia 2013, da Bertolucci a Kiarostami, da Schrader a Olmi
70 registi per la 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, protaginsiti dello speciale Venezia 70 – Future Reloaded, in un viaggio nella storia della mostra lidense arricchito da foto, documenti e testimonianze d’archivio.
Venezia 70 – Future Reloaded è lo speciale omaggio d’autore collettivo, con il quale La Biennale celebra la 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, e l’universo della settima arte restituito dai settanta cortometraggi di 60 – 90 secondi realizzati da altrettanti registi di tutto il mondo, tra quelli che hanno partecipato almeno una volta alle passate edizioni della Mostra.
Autori come Bernardo Bertolucci, Presidente della giuria del concorso internazionale, dopo essere stato in giuria nel 1983 e aver presentato a Venezia tanti film a partire da La commare secca nel 1962, o come Paul Schrader, Presidente della Giuria Orizzonti, che dopo esser passato per Venezia con Hollywood Mavericks Fuoriprogramma Documenti nel 1990, e Affliction per Mezzanotte nel 1997, in questa edizione è anche fuori concorso con The Canyons.
Registi diversi per provenienza geografica ed estrazione, stile e genere, dal corto inedito del grande Ermanno Olmi Leone d’Oro alla Carriera nel 2008, a quello del giovane e promettente messicano Nicolás Pereda, dal Brillante Mendoza della New Wave filippina all’Italia grottesca di Franco Maresco, rappresentato anche da Giuseppe Piccioni e il Franco Piavoli de Il pianeta azzurro.
Tra i giovani registi che hanno lasciato il segno a Venezia con le loro opere prime, anche lo sloveno Jan Cvitkovic e l’australiano Amiel Courtin-Wilson, mentre il contributo di James Franco, affianca la doppia presenza al Lido, in concorso con Child of God e ad Orizzonti con Palo Alto di Gia Coppola.
Ci sono anche il belga Frédéric Fonteyne autore di “Une liason pornographique”, e gli iraniani Amir Naderi e la video artista e fotografa Shirin Neshat, Leone d’Argento nel 2009 con “Donne senza uomini”, il napoletano Guido Lombardi, Leone del Futuro – Premio Opera Prima Luigi de Laurentiis con “Là-Bas”, e il danese Tobias Lindholm a Orizzonti 2012 con “Kapringem”.
E ancora il greco Yorgos Lanthimos e il cileno Pablo Larrain, lo spagnolo Lluis Galter e il grande cineasta etiope Haile Gerima, il coreano Kim Ki – Duk vincitore della scorsa edizione con “Pietà” e il protagonista del nuovo cinema russo Marlen Martynovich Khutsiev, il cinese Jia Zhang – Ke, Leone d’Oro nel 2006 con Sanxia Haoren (Still Life) e il turco Semih Kaplanoğlu, il pioniere del nuovo cinema coreano Hong Sang – soo, e il maestro del cinema francese Benoît Jacquot, l’hongkonghese Peter Ho-sun Chan e la spagnola Isabel Coixet, gli italiani Davide Ferrario e Salvatore Mereu e le argentine Celina Murga e Jazmín López, il russo Aleksey Fedorchenko e il macedone Milcho Manchevski, Leone d’Oro nel 1994 con “Prima della pioggia”.
70 registi da approfondire anche attraverso le schede che trovate on line, per un film collettivo proiettato in Sala Grande il 28 agosto, come secondo titolo d’apertura dopo Gravity di Alfonso Cuarón, impreziosito da 40 “pillole” tratte dai filmati d’epoca sulla mostra conservati dall’Archivio Storico Istituto Luce Cinecittà, e La storia della Mostra del Cinema raccontata dall’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) della Biennale di Venezia, con una selezione di documenti, come la lettera che spiega perché nel 1955 Audrey Hepburn e il marito Mel Ferrer non arrivarono a Venezia per la proiezione di “Guerra e pace” di King Vidor, o quella datata 1983, con cui Michelangelo Antonioni affrettava i tempi per la realizzazione di una mostra a lui dedicata, organizzata dalla Biennale al Museo Correr.
Altrettanto ricca è la storia delle passate edizioni della mostra raccontata dalle fotografie, che potete sbirciare anche nella piccola gallery condivisa sulla pagina social di facebook, come questa della nostra Anna Magnani sul Red Carpet di Venezia 1962 con Mamma Roma di Pier Paolo Pasolini.