Venezia 79: la Mostra del Cinema apre i battenti e celebra i 90 anni di attività
Venezia 79 apre i battenti con Alberto Barbera al timone, Rocío Muñoz Morales madrina e “Rumore bianco” di Baumbach film di apertura.
Venezia 79 apre ufficialmente i battenti con al timone il direttore Alberto Barbera. Madrina di quest’anno l’attrice e modella spagnola Rocío Muñoz Morales, attuale compagna dell’attore Raoul Bova conosciuto nel 2011 sul set di Immaturi – Il viaggio, e vista quest’anno nella commedia (Im)perfetti criminali di Alessio Maria Federici. Sarà Rumore bianco (White Noise) di Noah Baumbach con protagonisti Adam Driver e Greta Gerwig il film di apertura, mentre Julianne Moore presiederà la Giura internazionale del concorso.
Sono passati 90 anni e 18 mila film dalla prima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – si chiamava così nell’estate del 1932, prima di assumere due anni dopo, il nome ufficiale di Mostra -, che con stile, creatività e coraggio volge quest’anno alla sua 79°edizione. Un festival fatto di alti e bassi, che nella sua lunga vita ha attraversato un conflitto mondiale, le tensioni dei moti del ’68 e le crisi economiche degli anni ’80 e ’90. Un festival, questo, che però non ha mai perso il suo spirito indipendente e avvincente, che ha creato nuovi spazi, plasmato una nuova idea di cinema italiano e lanciato molti futuri Oscar.
É il 6 agosto 1932, popolano la terrazza dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia Greta Garbo, Clark Gable, Joan Crawford e Vittorio de Sica, invitati d’onore alla prima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale. Sullo schermo Grand Hotel, Frankenstein e Dr. Jekyll and Mr. Hyde, pellicole che segneranno generazioni di registi e attori, diventando nel tempo grandi classici cinematografici.
Un evento cinematografico amato non solo dai divi del cinema ma anche dai veneziani, che sin dai primi anni Cinquanta grazie alla costruzione della nuova arena del cinema, hanno potuto partecipare alle proiezioni dei film in gara. In 90 anni Venezia e la sua Mostra hanno cavalcato le trasformazioni, le tendenze cinematografiche e la tecnologia, basti pensare che già nel 1938 proprio qui sbarcò il cinema tridimensionale.
Quest’anno, la regina dei festival cinematografici, accenderà i riflettori il 31 agosto, illuminando uno dei red carpet più famosi al mondo e dando il via agli undici giorni di festeggiamenti che da 90 anni popolano l’isola veneziana del Lido fino al 10 settembre, con l’attesissima cerimonia di premiazione dei film in gara. Un anniversario unico, questo, per ricordare il primo festival del cinema al mondo, nato in una città che da sempre è pioniera nell’arte e nell’innovazione.
Di seguito un breve racconto che ripercorre i 90 anni della Biennale Cinema, dalle sue origini fino ad oggi.
La prima Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica risale al 1932 nell’ambito della diciottesima Biennale di Venezia. Il festival, denominato “1ª Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica”, nacque da un’idea del presidente della Biennale di allora, il conte Giuseppe Volpi, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, segretario generale de L’Unione Cinematografica Educativa (emanazione della Società delle Nazioni con sede a Roma), concorde sull’idea di svolgere la rassegna nella città lagunare e primo direttore-selezionatore.
L’edizione del 1932 si svolse dal 6 al 21 agosto 1932 e fu la prima manifestazione internazionale di questo tipo: si svolse interamente sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia e, anche se non era una rassegna competitiva, nel cartellone c’erano titoli che fecero la storia del cinema. Tra questi, vale la pena ricordare Probito del grande regista statunitense Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, Il Campione di King Vidor, il primo e inimitabile Frankestein di James Whale. Alle serate erano presenti gli attori protagonisti dei film che fecero arrivare al Lido oltre 25mila spettatori: si parla dei maggiori divi internazionali dell’epoca come Greta Garbo, Clark Gable, Fredric March, Loretta Young, John Barrymore, Joan Crawford, senza dimenticare l’idolo italiano Vittorio De Sica e il grande Boris Karloff, passato alla storia per il suo ruolo del mostro nel primo Frankestein. Il primo film della storia della Mostra, che venne proiettato la sera del 6 agosto 1932, fu Il dottor Jekyll (Dr. Jekyll and Mr. Hyde) di Rouben Mamoulian. Il primo film italiano, Gli uomini, che mascalzoni… di Camerini, venne presentato invece la sera dell’11 agosto 1932.
In mancanza di una giuria e dell’assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell’Ice (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna, decretò come miglior regista il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film di René Clair A me la libertà venne eletto come il più divertente. Come migliore attrice fu premiata Helen Hayes, come miglior attore Fredric March; il film “più commovente” risultò essere la pellicola americana Il fallo di Madelon Claudet di Edgar Selwyn.
La seconda edizione si svolse due anni dopo, nel 1934, e fu la prima rassegna competitiva: i Paesi rappresentati erano 19 e i giornalisti accreditati più di 300. Dal 1935 la Mostra diventò annuale, segno evidente del successo internazionale della manifestazione. In quello stesso anno venne istituita la Coppa Mussolini per il miglior film straniero e italiano, ma non esisteva una vera giuria. Era la presidenza della Biennale che decretava i vincitori dei premi. Oltre alla Coppa Mussolini, vennero distribuite le Grandi Medaglie d’oro dell’Associazione nazionale fascista dello spettacolo, inoltre i premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro opera prima.
Con il crescere della notorietà e del prestigio della rassegna, crebbe anche il numero di opere e dei Paesi partecipanti in concorso. A partire da questa edizione, però, e fino al Dopoguerra, alla Mostra non parteciparono più i film sovietici, mentre il prestigioso premio per gli attori assunse la denominazione di Coppa Volpi, dal cognome del conte Giuseppe Volpi, padre della rassegna.
Di edizione in edizione, molte furono le innovazioni della Mostra: nel 1937 venne inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema, opera dell’architetto Luigi Quagliata, costruito a tempo di record secondo i dettami del Modernismo, diffusosi all’epoca e mai più abbandonato nella storia della rassegna, tranne che tra il 1940 ed il 1948.
Gli anni Quaranta rappresentarono uno dei momenti più difficili del festival a causa delle guerre in corso: le edizioni del 1940, 1941 e 1942 si svolsero a Venezia, ma lontano dal Lido. Pochi furono i Paesi partecipanti. La mostra riprese a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della guerra, ma le proiezioni si svolsero stavolta al cinema San Marco, a causa della requisizione del Palazzo del Cinema da parte degli Alleati.
L’edizione del 1946 per la prima volta si svolse nel mese di settembre, a seguito dell’accordo con il neonato Festival di Cannes, che proprio nella primavera del ‘46 aveva organizzato la sua prima rassegna. Nel 1947 la mostra si tenne al Palazzo Ducale, in una splendida e unica cornice, raggiungendo un record di novantamila presenze. Il 1947 vide anche ripristinata la Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale di Venezia.
La crescita della Mostra e la sua importanza sempre maggiore portarono a una richiesta di maggiori spazi: tra il 2000 e il 2001 la direzione si concentrò su un forte rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici nuove ampie sedi, ristrutturate o create appositamente per il festival, migliorando i collegamenti tra le diverse zone e portando lo spazio totale a disposizione della rassegna ad oltre 11.000 metri quadrati.