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Venom 2, recensione: la furia di Carnage regala un po’ di respiro all’Universo Sony

Leggi la recensione di Blogo del sequel Venom 2 – La furia di Carnage, al cinema con Tom Hardy, Woody Harrelson e Michelle Williams e Naomie Harris.

pubblicato 19 Ottobre 2021 aggiornato 19 Ottobre 2021 23:02

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Dopo un primo capitolo campione d’incassi, divertente ma con qualche sbavatura, vedi un Tom Hardy troppo sopra le righe e CG non all’altezza, il Venom di Sony Pictures torna sul grande schermo con Venom – La furia di Carnage, sequel che vede a bordo l’istrionico Woody Harrelson e segna il debutto “live-action” del secondo simbionte più famoso e letale dei fumetti Marvel.

“Venom – La furia di Carnage” è il secondo film del cosiddetto Spider-Man Universe (SSU) di Sony e il primo film dell’universo a collegarsi direttamente all’Universo Cinematografico Marvel e in particolare al film Spider-Man: Far From Home (vedi scena sui titoli di coda). Alla regia di Venom 2 troviamo Andy Serkis che dirige da una sceneggiatura di Kelly Marcel, basata su una storia scritta con Tom Hardy principalmente ispirata al fumetto “Maximum Carnage” (1993) e alla serie animata The Venom Saga (1996) . Hardy torna nei panni di Eddie Brock / Venom al fianco di Michelle Williams, Reid Scott, Stephen Graham e alla coppia Woody Harrelson / Naomie Harris che vestono rispettivamente i panni del serial killer Cletus Kasady / Carnage e dell’amore della sua vita, Frances Barrison aka Shriek.

“Venom 2” segue un sempre più stressato Brock (Hardy) mentre lotta per adattarsi alla vita come ospite del simbionte alieno Venom, che dal canto suo non sembra per nulla contento del suo status e pretende più rispetto da parte del suo “coinquilino”, oltre a più teste di cattivi da divorare. Nel frattempo il serial killer Cletus Kasady (Harrelson) prossimo alla pena capitale entra in contatto con Brock e in uno di questi incontri s’infetta con il sangue di simbionte che scorre nelle vene del giornalista, diventando così ospite del simbionte Carnage, caotica progenie di Venom con cui Kasady condivide follia e uno spiccato istinto omicida. Inebriato dai poteri e dalla forza del suo nuovo e brutale alleato, Kasady fugge dalla prigione in cui era detenuto intenzionato a mettere in pratica il suo piano di vendetta.

Andy Serkis reduce dal suo secondo lungometraggio, Mowgli – Il figlio della giungla, dirige “Venom 2” con mano sicura, seguendo la scia del suo predecessore Ruben Fleischer, ma aggiungendo un surplus di azione e puntando sul consueto profluvio di CGI, stavolta più curata rispetto al passato grazie all’esperienza di lavoro di Serkis con la CGI e la tecnologia del motion-capture.  Per quanto Sony voglia farne un film per tutti, appare ancor più chiaro in questo sequel quanto Venom, ma soprattutto il nuovo arrivato Carnage, rappresentino materia prima da horror, un elemento quest’ultimo smorzato e “addomesticato” non senza difficoltà con siparietti e gag in stile “La strana coppia” messi in scena da Brock / Venom, duetti in grado di smorzare in parte l’impatto orrorifico e dare al film quel tono surreale da cartone animato un po’ fuori di testa che rievoca pellicole piacevolmente bizzarre e sopra le righe come il The Mask con Jim Carrey.

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Da sottolineare la buona performance di un Tom Hardy decisamente meno esagitato rispetto al primo film, e l’aggiunta di un Woody Harrelson anch’esso particolarmente contenuto, ma non per questo meno efficace; l’attore si rivela un valore aggiunto nel suo ruolo alla “Hannibal Lecter” con echi del suo Mickey Knox dal cult Natural Born Killers, caratterizzazione quella di Harrelson che regala al sequel un antagonista decisamente più efficace rispetto a quello che abbiamo visto nel primo capitolo.

“Venom 2” quindi non si discosta molto dal suo predecessore, all’insegna del formula vincente non si cambia, tranne l’aggiunta del Cletus Kasady di Harrelson e della Shriek di Harris, per un effetto “Bonnie & Clyde” studiato anche per rendere un po’ più “umano” Kasady rispetto allo sfrenato simbionte Carnage. Serkis infonde più ritmo alla storia e i personaggi sono più curati a livello di caratterizzazione, c’è anche una storia origine per Kasady tra abusi in famiglia e l’inferno di un orfanotrofio da incubo che hanno contrassegnato la sua infanzia.

“Venom – La furia di Carnage” nel momento in cui stiliamo questo articolo registra un incasso globale di 283 milioni di dollari, con un weekend di apertura da 90 milioni che ha segnato la più grande apertura durante la pandemia di COVID-19. Con queste cifre un Venom 3 sembra cosa fatta, anche perché Tom Hardy ha già firmato per un terzo film e  il regista Andy Serkis ha dichiarato che gli piacerebbe tornare per un altro sequel, aggiungendo che gli altri supercriminali residenti a Ravencroft sarebbero ideale materia prima da spin-off. Inoltre, Hardy e Serkis hanno espresso entrambi interesse nell’introdurre come antagonista il drago simbionte Grendel in un eventuale terzo film di Venom. Nei fumetti questa razza di simbionti restano intrappolati nel ghiaccio per anni finché Nick Fury non li scopre e li utilizza con militari addestrati per creare super-soldati potenziati (Sym-soldier) da schierare nella guerra del Vietnam. I simbionti però ad un certo punto si ribellano, prendono il controllo dei loro ospiti e danno il via ad una carneficina fino a quando non vengono fermati dallo stesso Fury con l’aiuto di Logan, a sua volta fusosi temporaneamente con un simbionte. Insomma di materia prima per un terzo film c’è n’è a iosa, ma sarebbe interessante se Sony decidesse di rischiare un po’ di più, magari uscendo dalla zona di comfort creata dagli incassi sicuri, evitandoci un terzo film di nuovo all’insegna del prevedibile andante.