Vermiglio: trama, clip e foto del film di Maura Delpero Leone d’Argento a Venezia 81
Tutto quello che c’è da sapere su Vermiglio, il film di Maura Delpero sviluppato dal TorinoFilmLab vincitore del Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 2024.
Vermiglio tra i premiati a Venezia 81, il film della regista e sceneggiatrice italiana Maura Delpero, sviluppato dal TorinoFilmLab, si è aggiudicato Il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Vermiglio, al suo secondo lungometraggio di finzione, ha preso forma grazie al percorso per sceneggiature del TFL “ScriptLab” nel 2021, ricevendo anche il premio ArteKino International di 6.000 €.
Si tratta di una coproduzione internazionale tra Italia (Cinedora), Francia (Charades), e Belgio (Versus), che racconta la storia della grande famiglia del maestro di un piccolo paese di montagna, nell’ultimo anno del secondo conflitto mondiale. Per un feroce paradosso, è nel momento in cui il mondo ritrova la sua pace, che la famiglia smarrirà la propria.
Vermiglio – Trama e cast
In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere. Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
Il cast: Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari, Carlotta Gamba, Santiago Fondevila Sancet, Rachele Potrich, Anna Thaler, Patrick Gardner, Enrico Panizza, Luis Thaler, Simone Bendetti, e con Sara Serraiocco.
Maura Delpero, vincitrice del Premio Kering Women in Motion 2020 a Cannes, era già stata premiata dal TFL con l’Audience Design Fund per la sua opera prima Maternal, candidata al David di Donatello e ai Nastri d’argento, pluripremiata al Festival di Locarno.
Mio padre ci ha lasciati un pomeriggio d’estate. Prima di chiuderli per sempre, ci ha guardati con occhi grandi e stupiti di bambino. L’avevo già sentito che da anziani si torna un po’ fanciulli, ma non sapevo che quelle due età potessero fondersi in un unico viso. Nei mesi a seguire è venuto a trovarmi in sogno. Era tornato nella casa della sua infanzia, a Vermiglio. Aveva sei anni e due gambette da stambecco, mi sorrideva sdentato, portava questo film sotto il braccio: quattro stagioni nella vita della sua grande famiglia. Una storia di bambini e di adulti, tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti nelle curve della vita, e da collettività farsi individui. Di odore di legna e latte caldo nelle mattine gelate. Con la guerra lontana e sempre presente, vissuta da chi è rimasto fuori dalla grande macchina: le madri che hanno guardato il mondo da una cucina, con i neonati morti per le coperte troppo corte, le donne che si sono temute vedove, i contadini che hanno aspettato figli mai tornati, i maestri e i preti che hanno sostituito i padri. Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo. Vermiglio è un paesaggio dell’anima, un “lessico famigliare” che vive dentro di me, sulla soglia dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre, la sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo personale, vuole omaggiare una memoria collettiva. (Maura Delpero)
Il film è prodotto Cinedora (Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Maura Delpero, Santiago Fondevila Sancet), Charades Productions (Carole Baraton, Pauline Boucheny Pinon), Versus Production (Jacques-Henri Bronckart, Tatjana Kozar).