Wall Street – Il Denaro non dorme mai: la recensione in anteprima
Wall Street – Il Denaro non dorme mai (Wall Street: Money Never Sleeps) di Oliver Stone con Michael Douglas, Shia LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Eli Wallach, Susan Sarandon, Frank Langella, Austin Pendleton, Richard Green, Michael Genet, Oliver Stone, Edmund Lyndeck, Frank Ciornei, John Buffalo Mailer, Waltrudis Buck, Charlie Sheen, Vanessa Ferlito, Natalie Morales, Julianne
Wall Street – Il Denaro non dorme mai (Wall Street: Money Never Sleeps) di Oliver Stone con Michael Douglas, Shia LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Eli Wallach, Susan Sarandon, Frank Langella, Austin Pendleton, Richard Green, Michael Genet, Oliver Stone, Edmund Lyndeck, Frank Ciornei, John Buffalo Mailer, Waltrudis Buck, Charlie Sheen, Vanessa Ferlito, Natalie Morales, Julianne Michelle, John Bedford Lloyd, Keith Middlebrook.
Mentre in Italia chi compie reati finanziari potrebbe addirittura non finire in carcere, ma cavarsela con una multa, l’indulto o alla peggio una blanda residenza forzata, negli Stati Uniti reati come la bancarotta fraudolenta e l’insider trading sono puniti con il carcere vero. Ne sa qualcosa Gordon Gekko, speculatore senza scrupoli che a cavallo degli anni ottanta e novanta fu condannato a otto anni per le frodi finanziarie attuate a Wall Street. Scontata la sua pena, Gekko si rende conto di essere un uomo solo non avendo nessuno che lo attende fuori dal cancello per accompagnarlo nei primi passi verso una nuova libertà. Trascorrono otto anni e Gekko sembra essersi ravveduto sul suo passato, la carriera di broker rampante è stata sostituita da quella di conferenziere e autore di libri legati alle sue esperienze e alla realtà che si nasconde dietro il mondo della finanza. Il suo memoriale di intitola “L’avidita è buona?” e nei suoi incontri il tema trattato ruota ovviamente alla brama di fare soldi.
Il sogno di Gekko non è quello di ritornare sulla cresta dell’onda di Wall Street, o almeno così vorrebbe far credere, ma ritrovare un rapporto con la figlia, che da tempo ha deciso di tagliare ogni tipo di rapporto con un padre che ha causato, suo malgrado, la morte del fratello. La ragazza, attivista per un gruppo di sinistra, frequenta Jake, una giovane promessa che lavora in una banca di investimenti. Jake è un giocatore di Borsa che lavora sotto la protezione di Louis Zabel, storica colonna della Banca Zabel, insieme sognano di investire in un progetto per la produzione di energia pulita. Alcune voci incontrollate sullo stato di salute della Banca gettano lo scompiglio tra gli azionisti e Zabel, messo sotto pressione dalla situazione, si suicida. Jake perde così non solo il suo punto di riferimento professionale, ma anche un uomo che gli ha fatto da padre. Scoprire chi ha contribuito alla sua morte diventa il suo scopo nella vita. Parallelamente Jake vorrebbe riavvicinare la sua fidanzata con Gordon Gekko, incontrato non proprio per caso durante una conferenza. All’apparenza Gordon è davvero un uomo diverso…
Per la prima volta nella sua carriera, Oliver Stone torna sui suoi passi per dirigere il sequel di uno dei suoi film di maggior successo, rimettendo mano a un personaggio che ha rappresentato una sorta di icona (negativa) della sua epoca. Gordon Gekko è diventato il simbolo della crisi causata dalla speculazione selvaggia degli anni ottanta, ma il suo ritorno segna un netto cambiamento nelle tecnologie di come si gestisce la finanza, sebbene i modi siano rimasti praticamente gli stessi. Oggi le transazioni sono virtuali, internet è diventato un mezzo per cui la finanza è ulteriormente più rapida e potente, ma anche fragile in quanto il tam-tam virtuale che può nascere da una voce di corridoio può essere amplificata all’infinito.
Il film si apre con una riflessione sulla bolla più grande della storia del mondo, ovvero quella del periodo Cambriano che ha generato la vita sulla Terra, almeno come la conosciamo oggi. La bolla (di sapone) diventa così una metafora, non troppo elaborata a dire il vero, che Stone rincorre per tutto il film, quasi a sottolineare che cambiano i tempi, cambiano i mezzi, cambiano a che i temi, ma il concetto è che l’economia e la finanza siano strutturate come bolle che si gonfiano rapidamente ma sono destinate a scoppiare con ancora maggior velocità. Dopotutto non è necessario essere un economista per ricordare come sia esplosa la bolla della New Economy, che per un attimo sembrava aver dato respiro tra una crisi e l’altra, o di come il crollo di un colosso come la Exxon abbia provocato un effetto domino che ha costretto il Governo Americano a interventi drastici e mai realizzati prima, pur di non peggiorare ulteriormente una situazione definita catastrofica.
Gordon Gekko torna ma non è più il “cattivo” per eccellenza, attorno al lupo è arrivato un branco di leoni e, questa volta, sono le banche a essere trasformate nel cancro che sta corrodendo il mondo dall’interno, in un’esponenziale crescita dell’ingordigia di coloro che hanno in mano le redini dell’assetto finanziaro mondiale.
Oliver Stone costruisce un film complesso, in cui la prima parte viene giocata come una detective story in cui il giovane (e un po’ fuori luogo) Shia LaBeouf si lancia alla ricerca dei meccanismi perversi che hanno provocato la morte del suo mentore, ma nel film vengono affrontati altri temi tipicamente presenti nei film di Stone, come i rapporti conflittuali che legano un padre ai propri figli, ma dopotutto anche Zabel era una figura patenta per Jake. Particolarmente evidenti anche le critiche alla morale americana che di fronte all’intervento statale per il salvataggio delle banche minaccia lo spettro del socialismo, fantasma che spaventa il self-made-man anche nella sfera personale quando si parla di sanità pubblica, ma questo è un altro tema.
Splendida la colonna sonora che vede collaborare nuovamente Brian Eno e David Byrne, con un sound che richiama molto quello di fine anni ottanta, creando un ponte ideale con il primo film.
Wall Street – Il Denaro non dorme mai uscirà nei cinema venerdì 22 novembre. Qui potete vedere il trailer del film e qui la recensione dell’originale del 1987.
Voto Carlo: 7
Voto Gabriele: 7