Home Premio Oscar Women Talking – Il diritto di scegliere: trailer italiano e colonna sonora del film di Sarah Polley (Al cinema dall’8 marzo)

Women Talking – Il diritto di scegliere: trailer italiano e colonna sonora del film di Sarah Polley (Al cinema dall’8 marzo)

Tutto quello che c’è da sapere su “Women Talking – Il diritto di scegliere”, l’acclamato dramma di Sarah Polley candidato agli Oscar 2023 in uscita nei cinema italiani dall’8 marzo.

7 Marzo 2023 15:37

Dall’8 marzo nei cinema italiani con Eagle Pictures Women Talking – Il diritto di scegliere, il dramma osannato dalla critica diretto da Sarah Polley. Candidato a due Premi Oscar – Miglior Film e Miglior Sceneggiatura non originale. “Women Talking è basato sul romanzo bestseller “Donne che parlano” di Miriam Toews e porta sul grande schermo la tragica e terrificante storia di un gruppo di donne di una colonia religiosa.

Women Talking – Trama e cast

La trama ufficiale: In “Women Talking – Il diritto di scegliere”, un gruppo di donne i una colonia religiosa discutono di un segreto scioccante che riguarda gli uomini della comunità che per anni le hanno drogate e poi violentate. Quando la verità viene a galla, le donne discutono della loro drammatica condizione e dovranno decidere se restare e combattere o andare via.

Il cast d’eccezione che dà voce a alle donne raccontate da Sarah Polley: include Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Judith Ivey, Sheila McCarthy, Michelle McLeod, Kate Hallett, Liv McNeil, August Winter, Frances McDormand, Ben Whishaw, Emily Mitchell, Kira Guloien, Shayla Brown, Vivien Endicott Douglas, August Winter, Lochlan Ray Miller, Nathaniel McParland, Will Bowes, Eli Ham, Emily Drake, Marcus Craig e Caroline Gillis.

Women Talking – Trailer e video

Curiosità sul film

  • Il film scritto e diretto da Sarah Polley (Take This Waltz) è stato candidato a 2 premi Oscar (miglior film e miglior sceneggiatura non originale) e ha vinto un Critics’ Choice Award per la Migliore sceneggiatura.
  • La regista Sarah Polley ha spiegato di più sulla gradazione del colore del film, spiegando come hanno giocato con i livelli di saturazione per creare la sensazione di “un mondo che era sbiadito nel passato”. Questo è il motivo per cui il film sembra essere quasi in bianco e nero, ma non del tutto.
  • Durante le riprese, al cast è stato consigliato di non truccarsi o radersi fino al completamento.
  • Sebbene molte comunità mennonite siano meno restrittive di quella rappresentata in questo film, l’attuale colonia su cui si basa questo film (la comunità mennonita di Manitoba in Bolivia) è ultraconservatrice: a differenza di altri gruppi mennoniti non consentono l’elettricità, i telefoni o le automobili. Come le donne nel film, le donne nella colonia di Manitoba nella vita reale non possono imparare a leggere.
  • I mennoniti costituiscono la più numerosa delle chiese anabattiste. Devono il loro nome a Menno Simons (1496-1561), che assicurò, riorganizzandoli (1536), la sopravvivenza degli anabattisti olandesi dopo che questi attraversarono un periodo di gravissima crisi, in seguito agli eventi di Münster (1535). Ad oggi infatti si contano più di un milione e mezzo di mennoniti nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, sulle coste caraibiche in Honduras, in Paraguay (soprattutto tra i discendenti degli immigrati tedeschi), in Canada, in Africa e in India.
  • A Claire Foy è stato chiesto di incollare altri peli alle sopracciglia, perché i suoi peli naturali (non strappati) erano considerati troppo moderni.
  • Questo è il primo film della Orion Pictures ad essere candidato all’Oscar per il miglior film da Il silenzio degli innocenti (1991) nominato 31 anni fa, e il primo da quando è stata acquisita da MGM nel 1997.
  • Sebbene ispirato a eventi accaduti in Bolivia, il film non rivela mai la sua location. L’ambientazione è mantenuta ambigua, poiché i personaggi parlano inglese con un accento inglese canadese standard per tutto il film, tuttavia la Croce del Sud, visibile principalmente nell’emisfero australe, è utilizzata come punto di navigazione.
  • Il libro di Miriam Toews è narrato dal personaggio August Wilson. Tuttavia, il film è narrato da Autje, che parla a un futuro figlio della colonia. Spiegando questo cambiamento, la regista e sceneggiatrice Sarah Polley ha affermato che il film è stato scritto e girato con la narrazione di August. Tuttavia, durante il montaggio è diventato chiaro che la storia doveva essere raccontata da una delle donne che erano state aggredite per creare un legame tra il pubblico e il film. La voce fuori campo ha anche dato l’opportunità a Kate Hallett di interpretare Autje e avere un ruolo ancora più importante.
  • La prima volta che Rooney Mara e Claire Foy recitano nello stesso film, avendo entrambe interpretato Lisbeth Salander, rispettivamente in Millennium – Uomini che odiano le donne (2011) e Millennium – Quello che non uccide (2018).
  • La costumista Quita Alfred si è procurata alcuni tessuti e rivestimenti per la preghiera da un vero negozio della comunità mennonita, utilizzando colori e modelli diversi per ogni famiglia per rappresentare alcuni tratti che avevano come unità.

Sarah Polley – Note biografiche

Sarah Polley è nata a Toronto. Tutti i suoi film Away from Her – Lontano da lei (2006), Take This Waltz (2011), il documentario Stories We Tell (2012) e Women Talking (22) sono stati tutti presentati al Festival di Toronto. Polley nasce come attrice, ha recitato in un trentina di film tra questi ricordiamo Le avventure del Barone di Munchausen di Terry Gilliam (1988) eXistenZ di David Cronenberg (1999), Go – Una notte da dimenticare di Doug Liman (1999), Il mistero dell’acqua di Kathryn Bigelow (2000), L’alba dei morti viventi di Zack Snyder (2004), Non bussare alla mia porta di Wim Wenders (2005), La vita segreta delle parole di Isabel Coixet (2005), Splice di Vincenzo Natali (2009). Polley ha anche ricevuto una candidatura ai Premi Oscar alla migliore sceneggiatura non originale per il suo “Away from Her – Lontano da lei”.

Il libro “Donne Che Parlano” e la storia vera dietro il film

Il film “Women Talking” è basato sull’omonimo romanzo di Miriam Toews del 2018, a sua volta basato su una storia vera di brutali stupri seriali in una comunità mennonita insulare e ultraconservatrice in Bolivia. Dal 2005 al 2009, nove uomini nella remota colonia di Manitoba, usando tranquillanti per il bestiame, hanno drogato vittime di sesso femminile di età compresa tra i tre e i sessant’anni e le hanno stuprate violentemente di notte. Quando le ragazze e le donne si svegliavano ammaccate e coperte di sangue, gli uomini della colonia liquidavano i loro rapporti come vaneggiamenti – anche quando rimanevano incinte per gli assalti – o punizioni di Dio o dei demoni per i loro presunti peccati. Secondo un articolo della BBC del maggio 2019 di Linda Pressly, quando gli stupratori sono stati finalmente catturati, sono stati arrestati dalle autorità boliviane. Uno è fuggito dalla giustizia, ma gli altri otto sono stati processati e condannati. Sette sono stati condannati a venticinque anni di carcere per i ripetuti stupri multipli, e un ottavo è stato condannato, ma poi rilasciato per aver fornito droga. Un articolo su Vice del 2013 di Jean Friedman-Rudovsky ha rivelato che le droghe e gli stupri non si sono fermati con l’arresto di quegli uomini in particolare; ha anche riferito che alcuni degli uomini avevano anche violentato alcuni uomini e ragazzi nella colonia.

Miriam Toews ha vinto prestigiosi premi letterari tra cui il Governor General’s Literary Award per il libro Un complicato atto d’amore (A Complicated Kindness) e il Rogers Writers’ Trust Fiction Prize per In fuga con la zia (The Flying Troutmans) e I miei piccoli dispiaceri (All My Puny Sorrows). In Italia, “I miei piccoli dispiaceri” ha vinto il premio per la narrativa straniera del Premio Sinbad degli editori indipendenti. Ha inoltre avuto un ruolo di attrice protagonista nel film Luz Silenciosa, diretto da Carlos Reygadas, esperienza che ha ispirato il suo quinto romanzo, Mi chiamo Irma Voth (Irma Voth). I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue: oltre all’italiano, in tedesco, francese, portoghese, spagnolo, olandese, serbo, ceco, ungherese, danese, norvegese, svedese, ebraico, turco e mandarino.

Edizioni italiane

Un tipo a posto, Marcos y Marcos: 2013 (trad. Daniele Benati), ISBN 978-88-7168-669-1
Un complicato atto d’amore, (A Complicated Kindness), Adelphi: 2005 (trad. Monica Pareschi) ISBN 978-88-459-1981-7
In fuga con la zia, Marcos y Marcos: 2008 (trad. Claudia Tarolo) ISBN 978-88-7168-516-8
Mi chiamo Irma Voth, Marcos y Marcos: 2011 (trad. Daniele Benati) ISBN 978-88-7168-629-5
I miei piccoli dispiaceri, Marcos y Marcos: 2015 (trad. Maurizia Balmelli) ISBN 978-88-7168-713-1
Donne che parlano, Marcos y Marcos, 2018 (trad. Maurizia Balmelli)
La mia estate fortunata, (Summer of My Amazing Luck), Ed. Marcos y Marcos, 2019 (trad. Claudia Tarolo)
Swing low, (Swing Low: A Life), Ed. Marcos y Marcos, 2021 (trad. Maurizia Balmelli)
Notte di battaglia (Fight Night), Einaudi editore, collana Supercoralli, 2022 (trad. Maurizia Balmelli) ISBN 9788806251604

 

La sinossi ufficiale di “Donne che parlano”: Venivano narcotizzate con lo spray per le mucche, e poi stuprate nel sonno. Si svegliavano doloranti, sanguinanti. E si sentivano dire che era tutto frutto della loro sfrenata immaginazione, o eventualmente del diavolo. Invece i colpevoli erano uomini della comunità: zii, fratelli, vicini, cugini. Che fare adesso, con questi uomini, che sono in carcere, ma presto usciranno su cauzione e torneranno a casa? Perdonare, come vorrebbe il pastore Peters? Rispondere con la violenza alla violenza? O andare via, per sempre, per affermare una vita diversa, di rispetto, amore e libertà? Il romanzo parte da qui: dal momento in cui le donne devono decidere cosa fare. Sono donne sottomesse, abituate a obbedire. Nascoste in un fienile, prendono in mano, per la prima volta, il proprio destino. La loro ribellione incandescente risana. E’ linfa vitale anche per August Epp, l’uomo amorevole e giusto che aveva perso la speranza, e che le donne chiamano a testimone della loro cospirazione di pace, perché possa raccontarla.

Il romanzo “Donne che parlano” di Miriam Toews è disponibile su Amazon.

Women Talking – La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono della compositrice e violoncellista islandese premio Oscar Hildur Guðnadóttir (Joker, Chernobyl, Tár, Sicario, Maria Maddalena).
  • La regista Sarah Polley parla di Hildur Guðnadóttir: “Sono innamorata del lavoro di Hildur da molto tempo. Non c’è mai sentimentalismo nel suo lavoro e, dato che questa colonna sonora doveva riguardare la speranza, avevo bisogno della sua mano ferma per far sì che non risultasse mai manipolativa, pur abbracciando il concetto di fede e di un futuro possibile.”
  • Nel romanzo di Miriam Toews, la musica proveniente dal camion guidato dall’addetto al censimento (e successivamente canticchiata da August) è “California Dreamin'” dei Mamas and the Papas. Nella storia raccontata nell’adattamento cinematografico, la canzone diventa “Daydream Believer” dei The Monkees, suonata anche durante i titoli di coda. La scelta della canzone “Daydream Believer” ha un significato tematico: fa riferimento a una donna assonnata (“Sleepy Jean”) che emerge da una fantasticheria; il soggetto di questo film sono le donne che sono state aggredite nel loro sonno (drogato) e stanno emergendo da un incubo.

1. Work of Ghosts (0:24)
2. Speak Up (3:16)
3. Doomsday (0:54)
4. Not All Men (3:29)
5. Pros and Cons (1:20)
6. Always (2:43)
7. I Saw Him (0:20)
8. He’s Here (3:30)
9. Teeth (0:22)
10. Peace of God (2:17)
11. Jumping (1:30)
12. Boys (2:26)
13. Nettie (0:21)
14. Leaving (3:41)

La colonna sonora di “Women Talking” è disponibile su Amazon.

Women Talking – Foto e poster

Premio Oscar