Woody Allen fa causa ad Amazon per 68 milioni di dollari
Guerra totale tra Woody Allen e gli Amazon studios.
“A Rainy Day in New York“, ultimo film di Woody Allen, è completato da sei mesi eppure nessuno l’ha mai visto. E forse nessuno mai lo vedrà. Per questo motivo il regista ha intentato causa ad Amazon per 68 milioni di dollari, come riportato da Variety, perché a suo dire il colosso dello streaming (e non solo) avrebbe cestinato la pellicola a causa delle accuse di molestie che l’hanno nuovamente travolto, intentate dalla figlia Dylan Farrow.
“Amazon“, sottolineano i legali di Allen, “ha fatto riferimento ad un’accusa vecchia di 25 anni, e priva di alcun fondamento, per giustificare la mancata release di “A Rainy Day in New York”, ma quell’accusa era già ben nota, sia ad Amazon che al resto del mondo”. “Eppure Amazon ha stipulato quattro accordi separati con il signor Allen, e quelle accuse non forniscono una base per rescindere alcun contratto. Semplicemente non c’è un un motivo legittimo affinché Amazon possa rinnegare le proprie promesse“.
Le accuse di Dylan Farrow, che sostiene di essere stata molestata da bambina da Woody Allen, sono state abbondantemente prese in esame e già archiviate dalla polizia, che 25 anni or sono non trovò nulla di concreto e di compromettente ai danni del regista. Accuse, va ricordato, da tutti conosciute, perché vecchie di 1/4 di secolo. Minuziosi indagini vennero portate avanti dalla Clinica per gli abusi sessuali sui minori dell’Ospedale di Yale-New Haven e dai servizi sociali infantili dello Stato di New York. Entrambe le istituzioni ci lavorarono per mesi e indipendentemente l’una dall’altra conclusero che non c’era stata nessuna molestia. Al contrario, ritennero probabile che una bambina vulnerabile fosse stata istruita a raccontare una storia da sua madre, Mia Farrow, arrabbiata per una difficile separazione.
Secondo la denuncia presentata dal regista, i dirigenti di Amazon Jason Ropell e Matt Newman si sarebbero incontrati con i rappresentanti di Allen nel dicembre del 2017, mentre il movimento #MeToo stava prendendo piede. I dirigenti citarono il danno di immagine che Amazon aveva dovuto sopportare a causa dell’associazione tra Harvey Weinstein e l’ex capo degli Amazon Studios Roy Price. Nel gennaio 2018, il consigliere generale Amazon Ajay Patel propose di ritardare l’uscita di “A Rainy Day in New York” fino al 2019. Opzione che Allen avallò. Peccato che nel giugno scorso, secondo gli avvocati del regista, Patel abbia cestinato l’accordo per i 4 film precedentemente stipulato, cancellando l’uscita di “A Rainy Day in New York“. Patel, sottolineano gli avvocati, non avrebbe fornito ragione alcuna per la risoluzione del contratto. Successivamente i rappresentanti dello studios hanno dichiarato che l’accordo era stato cancellato a causa delle “nuove accuse contro il signor Allen, i suoi controversi commenti, e il crescente rifiuto dei migliori talenti di Hollywood nel lavorare con lui o nell’essere associato a lui in qualsiasi modo“.
Allen chiede ora 68 milioni di dollari, derivanti dagli accordi per i quattro film pattuiti e mai realizzati, oltre alle spese per danni e avvocati. La causa è stata depositata nel distretto meridionale di New York.
Nel cast di A Rainy Day in New York, girato addirittura nel 2017, Timothée Chalamet, Elle Fanning, Selena Gomez, Jude Law, Diego Luna e Liev Schreiber.