X-Men: Dark Phoenix, la conferenza stampa: “è la chiusura di un ciclo”
Il regista Simon Kinberg e i principali protagonisti del film hanno presentato alla stampa romana X-Men: Dark Phoenix.
Posticipato, rimontato e a lungo atteso, X-Men: Dark Phoenix è ormai dietro l’angolo, con un’uscita in sala datata 6 giugno. Questa mattina la stampa romana ha potuto assistere ad un’anteprima del film, embargata fino al 5 giugno, con annessa conferenza in live-streaming da Londra.
Diretto dall’esordiente Simon Kinberg, storico sceneggiatore del franchise Fox, X-Men: Dark Phoenix ruota attorno a Sophie Turner, volto di Game of Thrones qui assoluta protagonista negli abiti di Jane Gray. Al suo fianco, in conferenza, Jessica Chastain, James McAvoy e Michael Fassbender, con Jennifer Lawrence, Olivia Munn, Evan Peters, Evan Jonigkeit, Sophie Turner, Nicholas Hoult e Tye Sheridan a completare il cast.
Nel 4° capitolo dei ‘nuovi X-Men’, nati con First Class di Matthew Vaughn, vediamo i mutanti Marvel impegnati in una missione di salvataggio nello spazio. Ma qualcosa va storto, perché Jean perde quasi la vita quando viene colpita da una misteriosa forza cosmica. Una volta tornata a casa, questa forza non solo la rende infinitamente più potente, ma molto più instabile. Lottando con questa entità dentro di lei, Jean libera i suoi poteri in modi che non può né comprendere né contenere. Con questo potere fuori controllo, Jean farà del male alle persone che ama di più, minando anche il forte legame che unisce gli X-Men. Con un gruppo ormai a pezzi, gli X-Men devono trovare un modo per unirsi – non solo per salvare l’anima di Jean – ma per salvare il nostro pianeta dagli alieni che desiderano armare questa forza e governare la galassia.
Un capitolo importantissimo per Simon Kinberg, entrato a far parte della famiglia X-Men nel lontano 2006 con lo script di Conflitto finale, per poi sceneggiare Giorni di un futuro passato e Apocalisse. Con questo Dark Phoenix lo sceneggiatore diventa anche regista, chiudendo di fatto un arco narrativo nato nel 2011 con il prequel X-Men – L’inizio.
Gli X-Men sono la mia vita da più di 15 anni. Amo questi personaggi, sono cresciuto nel leggere questi fumetti. La regia è diventato qualcosa di organico. Mi sono trovato in una situazione in cui ho lavorato con la mia famiglia. Mi sono sentito sostenuto, al sicuro. Ci siamo divertiti a girarlo, anche se l’impegno è stato diverso rispetto a prima. Molto più realistico, drammatico. In un certo senso abbiamo sfruttato i punti di forza della saga. E’ stata un passaggio naturale, ho avuto la fortuna di osservarli in adorazione per quasi tutto il tempo.
Michael Fassbender, celebre Magneto, ha provato ad immaginare un presente, e soprattutto un futuro, in chiave X-Men.
Dovremmo ricordarci che X-Men è stato scritto nell’era dei diritti civili. Questa idea che il mutante più potente sia donna, è in questo caso il tema principale. Ma il nucleo è un altro, ovvero il concetto di persone che si sentono degli emarginati, che non si sentono inclusi. E’ un qualcosa che nel mondo c’è sempre stata. Come esseri umani abbiamo questo atteggiamento tribale. Continuiamo a tornare a questo tribalismo, anche con il passare dei secoli. La divisione dei giorni nostri, tra migranti e diversi, crea paura. Non abbiamo imparato alcuna lezione dal passato, ma sono ottimista. Credo che il futuro sia positivo, mi auguro che la nuova generazione possa risolvere tutto.
Il ruolo centrale in Dark Phoenix viene dato alle donne. Non a caso Mystica, tra il serio e il faceto, chiede a Charles Xavier di cambiar nome al loro gruppo. Da X-Men a X-Women. Un cambio di passo così giudicato da Sophie Turner.
Non credo di essere mai stata la ragazzina uscita dalle cucine. E’ bello essere parte di un film in cui non soltanto Jane Grey è in prima linea in quanto mutante. E’ un personaggio pieno di difetti, a tutto tondo, come tutte le donne. Poi c’è l’antagonista che dà potere a Jean. Due personaggi femminili che si danno potere, nonostante una delle due sia una villain.
Un ruolo, quello della ‘cattiva’, affidata ad una insolitamente ‘albina’ Jessica Chastain.
Io non do credito agli studios, perché avrebbero potuto fare tutto questo tempo fa. Il merito di questa inclusione nei confronti delle minoranze è da attribuire al pubblico, è il pubblico che ha deciso cosa voler vedere. Captain Marvel, Black Panter, Wonder Woman. Successi che hanno costretto gli studios a muoversi verso questa direzione. Lo stereotipo delle donne viste come caramelline zuccherate è stato superato. Mi auguro che tante donne si identifichino.
Da quando la Disney ha comprato la Fox, in tanti si sono chiesti cosa ne sarà del futuro degli X-Men. Li vedremo presto interagire con gli Avengers, o dovremo assistere ad un ulteriore reboot? Kinberg, senza troppo esporsi, ha in qualche modo messo le mani avanti, spiegando come lui non abbia mai pensato al futuro della saga.
Tornando a tre anni fa, affrontai questo film come apice della narrazione iniziata con First Class. Ancor prima che la Disney comprasse la FOX. Questo film è il più complesso degli X-Men, è il culmine di questo tipo di narrazione. Per la prima volta da regista non ho pensato ad un eventuale sequel. Il problema non è ‘come pensare al futuro’, ma vivere il momento.
Il regista si è poi soffermato sull’ambientazione anni ’90 della pellicola, e sull’uso dei superpoteri dei mutanti, per la prima volta utilizzati ‘in gruppo’.
Ho riflettuto ripensando ad Apocalypse, su come tramutammo gli anni ’80 in feticcio. In questo caso non volevo che il periodo diventasse un personaggio, non doveva fungere da distrazione. Lo stile è intenzionalmente diverso dai precedenti. Più grezzo, girato quasi sempre con camera a spalla, in modo da creare instabilità ed emotività. Sono cresciuto leggendo fumetti degli X-Men, dove i ragazzini utilizzavano i poteri insieme. Era quello che mi mancava, e qui l’ho inserito. Lavorano come team, con i poteri tutti insieme.
Il 5 giugno prossimo, la recensione di X-Men: Dark Phoenix sarà on-line.