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xXx: Il ritorno di Xander Cage – recensione in anteprima

Vin Diesel torna nei panni dell’invincibile Xander Cage, costretto ad essere più figo che mai, croce più che delizia di questo terzo capitolo della saga di xXx

pubblicato 18 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:31

Quando viene riesumata una saga dopo un po’ di tempo, quale che sia, sorgono ineludibili dubbi in capo alla necessità di un’azione del genere. xXx 2: The Next Level ha la bellezza di dodici anni e questo sequel, una co-produzione cinese-americana, è affidato a D.J. Caruso, uno che da Disturbia in avanti, tolta la parentesi The Disappointments Room, ha sempre portato a casa risultati interessanti quanto al botteghino. Unito al cast, che, oltre all’immancabile Vin Diesel, colleziona pure nomi come Donnie Yen (Ip Man) e Tony Jaa (Ong-Bak), si ha modo di farsi a priori un’idea su cosa s’abbia d’aspettarsi. Oppure no?

Xander Cage (Vin Diesel) si è parcheggiato in Sud America, dove, non avendo un mondo da salvare, mette a frutto le sue abilità rubando un’antenna in una corsa contro il tempo per consentire alla gente del villaggio di assistere alla diretta di Brasile-Germania. Dall’altra parte del mondo un gruppo minaccia di far schiantare un satellite al giorno sulla terra finché tutti i programmi di spionaggio non verranno abbandonati. Il governo americano (sempre lui!) non può far altro che affidarsi all’unico in grado di far fronte a situazioni-limite come quelle in cui una squadra di quattro componenti s’infiltra nella sala di un grattacielo e ruba un’arma estremamente pericolosa. È a loro che Cage deve dare la caccia.

L’approssimazione con cui viene condotta questa grossolana operazione non si limita alla scrittura, peccato tutto sommato veniale qualora, in un ambito del genere, si pensasse di compensare su altri fronti. La vera domanda è: dov’è il divertimento? Dove sono quei passaggi che ci mettono su di giri? Hai due degli atleti asiatici migliori prestati al cinema… possibile che non si riesca a tirare fuori una serie di coreografie di livello? A parte una scena, quella su un aereo militare, in cui Donnie Yen mena dignitosamente, la vocazione a questa tipologia di action viene quasi in toto disattesa da Caruso e soci. Solo alla fine però si capisce cosa davvero non sia andato.

A pensarci è un personaggio di cui non è il caso svelare l’identità onde evitare spoiler (sic), che però riassume parecchio bene ciò che abbiamo visto sino a quel momento: «basta che tu continui a fare ciò che hai sempre fatto, purché tu lo faccia da figo. Ce la fai ad essere figo, vero? Sì, che ce la fai». L’esortazione, manco a dirlo, è rivolta all’invincibile Xander Cage, un Vin Diesel che soffre esattamente questa necessità, quasi una costrizione, a fare il figo. xXx 3 altro non è che una collezione di “figaggini”, che lasciano perplessi non tanto perché irrealistiche, quanto per il loro porsi come indispensabili. Avete presente quei personaggi che hanno fama di essere simpatici e che in certe occasioni, per amore di tener testa alla nomea, si producono in eccessi di simpatia che rendono le loro battute e/o freddure tutto fuorché divertenti? Se avete una vaga idea di che si tratta, non vi verrà difficile capire questo Vin Diesel.

Viene in mente un action su questa falsa riga uscito di recente, quel Mechanic: Resurrection che di per sé potrebbe serenamente rientrare nella categoria dei sequel di cui non c’era bisogno, ma che eppure, nella sua voluta idiozia, tiene botta e diverte. Ne Il ritorno di Xander Cage si fa sentire l’assenza di qualcosa, qualunque cosa, che supplisca all’inconsistenza di tutto il resto; nel caso dell’ultimo film di Jason Statham, quel quid era la struttura dei bersagli da eliminare a uno a uno, prevedibile quanto si vuole, ma che in termini d’intrattenimento ha un suo perché, specie per la fantasia con la quale i vari obiettivi vengono portati a termine.

Qui invece Vin Diesel non si degna nemmeno di sporcarsi le mani, preferendo stendere una squadra di militari russi a colpi di ruote di una moto da cross, mentre un suo compagno di squadra si serve addirittura di una barca per far fuori un nemico. Il resto è lo smalto azzuro di Toni Colette, l’introduzione di un cameo non da poco con la frase (s)cult «sasso, carta, lanciagranate» e la solita atmosfera cameratesca, da famiglia sui generis che spesso e volentieri accompagna i film di Vin Diesel. Solo che qui non funziona. Non funziona per niente. E non c’entra mica il fatto che il nostro si lasci correre da un aereo in volo senza alcun piano, tanto qualcosa, mentr’è a mezz’aria, succederà.

[rating title=”voto di Antonio” value=”2″ layout=”left”]

xXx: Il ritorno di Xander Cage (xXx: The Return of Xander Cage, USA, 2017) di D.J. Caruso. Con Vin Diesel, Samuel L. Jackson, Nina Dobrev, Ruby Rose, Donnie Yen, Toni Collette, Rory McCann, Deepika Padukone, Tony Jaa, Hermione Corfield, Al Sapienza, Conor McGregor e Kris Wu. Nelle nostre sale da giovedì 19 gennaio 2017.