Youth Without Youth. Incontro Stampa con Francis Ford Coppola
Youth Without Youth. Un’altra giovinezza. Incontro Stampa con Francis Ford Coppola, Tim Roth , Alexandra Maria Lara, Mihai Malaimare Jr., direttore della fotografia, Walter Murch, montaggio.Gli applausi in sala alla proiezione stampa di Youth without youth sono stati tiepidini. Il film di Francis Ford Coppola secondo me è invece qualcosa che non lascia indifferenti, dà
Youth Without Youth. Un’altra giovinezza.
Incontro Stampa con Francis Ford Coppola, Tim Roth , Alexandra Maria Lara, Mihai Malaimare Jr., direttore della fotografia, Walter Murch, montaggio.
Gli applausi in sala alla proiezione stampa di Youth without youth sono stati tiepidini.
Il film di Francis Ford Coppola secondo me è invece qualcosa che non lascia indifferenti, dà molti spunti di riflessione e tanto tanto da dire.
In Youth without Youth, c’è filosofia, psicologia, metempsicosi.
Il tutto tradotto in storia fruibile e accattivante.
Credo che lascerà interdetta parecchia gente e ci vorrà del tempo per metabolizzarlo e di questo Coppola è pienamente cosciente, ma sicuramente non è un film banale.
Coppola decise di girare questo film in un periodo di crisi creativa. “Un’altra giovinezza”, è un racconto scritto da Mircea Elide, autore di molti testi ed autorevole storico delle religioni, si avvicinò al libro grazie a Wendy Doniger, una vecchia compagna del liceo che oggi insegna mitologia comparata e induismo alla University of Chicago e di cui Elide è stato il mentore.
Poco dopo averlo iniziato, decise di trasformarlo in un film.
Iniziò a lavorare alla sceneggiatura, fece addirittura un viaggio in Romania (il luogo in cui parte del racconto è ambientato) scegliendo cast e tecnici, nel massimo del riserbo.
Tanto che anche gli attori scelti come protagonisti del film inizialmente non cedettero che Coppola facesse.
Com’è avvenuto l’incontro con Coppola?
Tim Roth afferma: Quando trovai il messaggio di Coppola nella mia segreteria credevo fosse uno scherzo ben orchestrato…Alla fine, però, ho chiamato il numero del messaggio.
Ha risposto Ellie e mi ha detto che Francis era sotto la doccia ma che mi avrebbe richiamato. E così è stato.
Mi ha mandato la sceneggiatura e poi è venuto a trovarmi a Siena (dove si trovava per motivi di lavoro).
Lavorare con lui è stato davvero emozionante; sebbene sia un uomo mite avevo molta paura di lui.
Mi sono sentito come un topolino messo al centro dell’attenzione .
Coppola: ho scelto lui perché ho visto le sue recitazioni che sono ottime. Ha spesso fatto la parte del cattivo e ciò mi ha colpito molto; ho voluto vederlo nei panni di un uomo tranquillo.
Mentre Alexandra Maria Lara così racconta : Io ho ricevuto il copione e per almeno due giorni non ho avuto il coraggio di leggerlo.
Poi l’ho letto e mi son decisa a chiamarlo.
La prima volta non mi ha risposto, la seconda si ma io per il nervosismo ho riattaccato…quando l’ho richiamato ho detto che era caduta la linea.
Signor Coppola ci vuol parlare del film?
“Non è senz’altro un low budget: ho scelto di produrlo da solo perche così ho potuto essere indipendente.
Ora che non sono più giovane posso permettermi di fare quello che avrei voluto fare da giovane, perché ho la fortuna di essere un regista famoso.
…leggendo il libro da cui è tratto il film, ho ritrovato in esso alcuni dei temi che più mi interessano: il tempo e la consapevolezza. E’ molto difficile mostrare cinematograficamente la progressione temporale e la mia intenzione è stata quella di metterla in relazione con la consapevolezza interiore.
Per me fare un film è come fare una domanda a cui il film può dare una risposta.
In questo caso le domande vertono su tempo e consapevolezza e sulla espressione del tempo e dei sogni nel linguaggio del cinema.
E’ sicuramente un film personale, che subisce le influenze della mia vita sia artistica che personale ma è assolutamente indipendente dai miei precedenti lavori”.
Il film è pieno di simboli. Il fulmine che in senso metaforico rappresenta un messaggio dall’aldilà. “E’ misterioso e divino, potente e spaventoso”; il doppio è simbolo interculturale di dualismo, presente in quasi tutte le culture, greca, cristiana, buddhista o indù, oltre che nel cinema; la rosa.
Cosa può dirci riguardo ai numerosi simboli presenti nel film?
C’è molto simbolismo è vero. E credo che possano essere interpretati meglio da chi non ha lavorato al film, perché possiede la giusta distanza.
Il doppio, per Coppola, ha per esempio una utilità sia filosofica che cinematografica.
“E’ un modo stupendo per rappresentare la consapevolezza interiore e la coscienza di sé. Gli esseri umani possiedono una coscienza multidimensionale”, continua il regista.
“I problemi legati al dualismo sono molto collegati alle religioni dell’India.”
La struttura allegorica di Un’altra giovinezza ruota intorno all’idea di reincarnazione, anche detta “rinascita” o “trasmigrazione”. “C’è una differenza fondamentale tra il modo orientale e quello occidentale di interpretare la vita”, spiega Coppola.
“Il filosofo indiano non è confuso quando parla di passato, presente e futuro. La reincarnazione è parte integrante della loro filosofia, e chi la studia acquisisce una visione più ampia di cosa sia l’esistenza, o di cosa siano i sogni.”
Un’altra giovinezza è una fiaba crepuscolare. Ho voluto realizzare comunque un film il più possibile accessibile al pubblico.
Non ho voluto lasciare domande irrisolte…spero che poi il pubblico torni a vederlo più volte, ma soprattutto per aggiungere elementi emotivi e sensazioni, perché spero che il significato sia chiaro sin dall’inizio.
Sa che è comunque un film che dividerà molto il pubblico? Ci saranno detrattori e chi lo amerà…
Lo so. Ma è un rischio che si corre ogni volta che si affrontano nuovi linguaggi.
Anche quando uscì Apocalypse Now non venne bene accolto e solo dopo anni venne apprezzato.
C’è stato anche chi ha chiesto se ci sarà mai un Padrino IV…domanda secondo me inutile ma la risposta è interessante e la condivido pienamente.
Secondo me i remake non avrebbe senso come non ha senso fare remake.
Spendere soldi in questo modo è uno spreco, si uccide la creatività.